Servizi per il lavoro, entrano i privati

Non più solo centri per l’impiego, ma anche agenzie, patronati, enti bilaterali. Premi in base al numero di occupati



TRENTO. Ugo Rossi lo aveva annunciato in campagna elettorale: i privati potranno entrare in un ambito, quello dei servizi per il lavoro, oggi affidato in Trentino solo al pubblico. Una piccola rivoluzione, varata ieri dalla commissione per l’impiego, presieduta dall’assessore allo sviluppo Alessandro Olivi e della quale fanno parte imprenditori e sindacati, che ha dato il via libera alla proposta di delibera della giunta. Nasce una rete provinciale che riorganizza il sistema dei servizi offerti a chi è in cerca di un lavoro: ne faranno parte, oltre ai centri per l’impiego dell’Agenzia del lavoro - a cui resta un ruolo di coordinamento e di verifica - anche altri soggetti, enti bilaterali, cooperative, i patronati, sindacati e associazioni imprenditoriali, Comuni e Comunità di valle, l’Università, scuole e - appunto - le agenzie private (come Adecco e Manpower). Obiettivo: migliorare la diffusione dei servizi sul territorio e migliorare l’efficacia dell’incontro tra domanda e offerta di lavoro.

Tutti questi nuovi soggetti dovranno accreditarsi presso la Provincia sulla base di una serie di criteri: nel provvedimento vengono stabiliti gli standard dei servizi richiesti, i principi secondo cui la Provincia può affidare ai soggetti accreditati lo svolgimento delle attività, i costi standard per l’erogazione dei vari servizi, le modalità di finanziamento e di rendicontazione. «Si tratta di una piccola rivoluzione», commenta l’assessore Olivi, «l’apertura al mercato rappresenta un cambio di impostazione che ora chiama in causa anche i privati, oltre ad una serie di soggetti pubblici, che potranno tutti diventare intermediari tra domanda e offerta di lavoro». «L’altra novità - spiega ancora Olivi - è che in questo cambiamento si inserisce il tema della premialità. Tra chi gestisce l’incontro domanda-offerta, sarà garantito un vantaggio economico a condizione che il lavoratore trovi un impiego». Il privato sarà dunque pagato in base a quanti disoccupati riesce a collocare.

«Il fatto che anche i privati lavorino per il pubblico è un bene e accade in tutta Europa», commenta Franco Ianeselli che rappresenta la Cgil nella commissione per l’impiego. «L’importante è che questo sia accompagnato da un rafforzamento del personale dei centri per l’impiego. Negli altri Paesi abbiamo numeri molto più alti, in Tirolo c’è un dipendente ogni 30 disoccupati, da noi uno ogni 200».

La riforma dell’Agenzia del lavoro si concretizzerà anche in una nuova governance. Quello che si profila è un cda forte dove entrano i big delle associazioni degli imprenditori. Alla giunta spetta la nomina - attesa per fine mese - di 4 componenti, due esperti esterni (di cui uno sarà il presidente) e due funzionari provinciali: l’attuale presidente Michele Colasanto potrebbe essere confermato garantendo una continuità nel momento del passaggio ai nuovi ammortizzatori, affiancato da volti nuovi in un’ottica di ricambio. Ieri intanto la commissione per l’impiego ha designato i sei membri in rappresentanza delle parti sociali: Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Gianni Tomasi rispettivamente per Cgil, Cisl e Uil, Marco Fontanari per l’Unione commercio, il direttore di Confindustria Trento Roberto Busato e il presidente dell’Associazione artigiani Roberto De Laurentis (anche se su quest’ultimo pende un richio di incompatibilità in base a una legge che vieta a chi ha ricoperto negli ultimi due anni cariche in enti finanziati dall’ente pubblico, in questo caso la Rsa di Arco, di assumere incarichi di amministratore di un ente pubblico). (ch.be.)













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