Madonna di Campiglio ritrova il tris di Stelle 

Ecco gli attesi verdetti della Michelin con la novità della Stube Hermitage A Bolzano, dopo 64 anni di attesa, premiato un locale con uno chef nuorese


di Angelo Carrillo


TRENTO. È il nuorese Claudio Melis a infrangere, dopo 64 anni, il tabù della Stella Michelin a Bolzano. Non era ancora successo che un locale bolzanino raggiungesse l’agognato traguardo. Nonostante il grande numero di ristoranti stellati in provincia, la città di Bolzano era rimasta a bocca asciutta fino a ieri. Tutto cambia ora anche se la stella a Claudio Melis non è stata una vera e propria sorpresa ma la dimostrazione di un trend che vede il capoluogo altoatesino sempre più attento alla gastronomia e alla ristorazione di qualità. Nel complesso il Trentino Alto Adige si conferma una delle regioni con più ristoranti stellati d’Italia in rapporto alla popolazione. Anche se la parte del leone continua a farla la provincia di Bolzano, Trento, quest’anno, non solo conferma il risultato dello scorso anno, ma aggiunge al sua palmares anche il ritorno della Stella Michelin alla Stube Hermitage di Madonna di Campiglio con lo chef lucano Giovanni D’Alitta. Un risultato accolto con grande soddisfazione dal patron Giacomino Maffei dopo la perdita della stella nel 2014 e l’uscita dello chef Paolo Cappuccio. Azzeccata quindi la scelta di Giovanni D’Alitta che è stato a lungo il secondo di Claudio Melis e lo ha seguito nelle sue tappe in giro per il Mondo. Entrambi, allievo e maestro, ottengono quindi la Stella Michelin nello stesso giorno. Rinnovata, naturalmente, anche la doppia stella di Locanda Margon della famiglia Lunelli guidata con mano salda e grande talento dallo Chef Alfio Ghezzi, nonostante sia stata quasi ufficializzata la decisione di Ghezzi di tentare una sua avventura personale a partire dal 2020: la doppia stella rimane saldamente attaccata alla giacca da chef e a quella della famiglia Lunelli che nel ristorante di Ravina hanno investito molto del loro prestigio di grandi produttori dello spumante Ferrari. Stella confermata anche ad Alessandro Gilmozzi del Molin di Cavalese sempre più autore di una cucina di ricerca che punta sulla ricerca, spesso estrema nei giacimenti golosi naturali della sua Val di Fiemme. Un tesoro di essenze rare e insolite legate alla cultura ancestrale della comunità fiemmese che ha pochi eguali in Italia. Anche Stefano Ghetta del «‘L Chimpl» di Vigo di Fassa conferma la Stella Michelin così come Malga Panna di Moena, il più antico ristorante stellato della regione (ininterrottamente da 26 anni) con lo chef Paolo Donei che la stella la conserva da quando aveva 19 anni e rimane, ancora il più giovane mai premiato in Italia (a quanto ci risulta). A Madonna di Campiglio si ricompone quindi il terzetto di ristoranti stellati con il Gallo Cedrone del Hotel Bertelli e il Dolomieu la mantiene nonostante l’uscita dello chef Enrico Crotatti a luglio di quest’anno. In Alto Adige il re rimane Norbert Niederkofler con le sue straordinarie Tre stelle Michelin, Ai 9 tri-stellati italiani si aggiunge in questa edizione della Rossa anche il decimo con Mauro Uliassi di Senigallia. Rimangono cinque i ristoranti con due Stelle in Alto Adige a partire dalla Siriola di San Cassiano con lo chef Matteo Metullio. Due stelle confermate anche a Terra di Heinrich Schneider di Sarentino, Trenkerstuber di Gerhard Wieser del hotel Castel di Tirolo, Stafler di Peter Girtler e Jasmin di Martin Obermarzoner. Oltre a Claudio Melis un secondo ristorante guadagna la stella Michelin grazie all’ottimo lavoro di Gregor Eschgfäller del ristorante Astra di Collepietra. Molta sorpresa (che la Michelin non fa mai mancare) per un ristorante di un locale un po’ defilato ma di indubbio pregio. Perde la stella, come atteso, la Fragsburg di Merano dopo una serie di avvicendamenti di cuochi negli ultimi anni. Nel complesso 27 stelle per l’Alto Adige e sette per il trentino.













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