Caritro, verso uno statuto su misura

Avviata la procedura. Bocciata la partecipazione all'aumento di capitale lanciato dalla Sparkasse di Bolzano


di Roberto Colletti


TRENTO. Avviate col vento in poppa le modifiche dello statuto della Fondazione Caritro. Obiettivo la cancellazione di ogni perplessità sulla compatibilità di Michele Iori con la presidenza del consiglio di gestione, carica cui era stato eletto il 18 giugno 2014. E ricostituendo con ciò una legittimità che nelle scorse settimane era stata messa in dubbio, provocando le polemiche dimissioni del consigliere Tarcisio Andreolli. La revisione dello statuto era stata annunciata nella riunione dell'ultimo comitato d'indirizzo presieduto da Gabriele Anzellotti e ieri Iori ha comunicato al consiglio di gestione l'avvio formale della procedura. Probabilmente gli altri membri dell'organo di gestione – la vice presidente Silvia Arlanch, Gianni Benedetti e Marisa Zeni- si aspettavano che il presidente li ragguagliasse sulla questione della sua compatibilità esplosa un mese fa, ma Iori ha spiegato che l'argomento non era all'ordine del giorno, che la cosa riguardava semmai il comitato d'indirizzo, il quale aveva deciso di attendere il parere del ministero. Interpretazione condivisa dal collegio sindacale, presieduto da Dario Ghidoni. La voce dell'ormai ex consigliere Andreolli, il quale -articolo 19, lettera F dello statuto alla mano- sostiene che le questioni di incompatibilità “relative ai propri membri” sono, invece, “di esclusiva competenza del consiglio”, non è stata presa in considerazione.

Si profila, dunque, lo scenario tratteggiato nel comitato d'indirizzo del 20 novembre scorso: richiesta del parere ministeriale sulla legittimità della nomina di Iori alla guida dell'organo di gestione, fiduciosa attesa della risposta romana e, nel frattempo, modifica di quell'articolo 26, lettera D, dello statuto dove si legge che è incompatibile con la carica di presidente e di vice presidente chi sia presidente e vice presidente di un ente pubblico. E in quel momento, nella primavera del 2014, Iori era vice presidente della Fondazione Crosina Sartori, azienda pubblica di servizi alla persona.

L'incompatibilità, precisa sempre lo statuto, si estende all'intero periodo della carica, dunque fino al 2018, anno in cui scadrà il consiglio della Crosina Sartori. Insomma, stando alla lettera della norma, Iori era incompatibile nonostante le sue pronte dimissioni dall'ente benefico e lo sarà anche nel prossimo aprile, quando scadrà il consiglio di gestione Caritro e si procederà alle nuove nomine. A meno che, naturalmente, nel frattempo non si elimini l'impiccio del comma D con un aggiornamento ad personam della norma, definita nella richiesta al ministero “poco chiara” e comunque “criticabile nel merito”. La procedura verso lo statuto “su misura” è dunque avviata e ieri solo il consigliere Gianni Benedetti ha espresso la propria perplessità ritenendo che la posizione di Iori, stando alle norme oggi ancora in vigore, riguardassero l'organo presieduto dall'interessato e non il comitato d'indirizzo. Ma, come già quelli di Andreolli -che ha inviato una memoria al ministero- anche i suoi argomenti sono stati ignorati. Sgomberato il campo da questo nodo, il consiglio si è espresso sulla proposta del presidente di sottoscrivere una quota -da 3 a 5 milioni di euro- dell'aumento di capitale lanciato dalla Sparkasse di Bolzano per rimettere in sesto i conti e varare un ambizioso piano di rilancio che prevede l'apertura di più sportelli anche in Trentino. Un investimento che in provincia ha già visto aderire con 3 milioni Isa, finanziaria che ha importanti e consolidati interessi in Alto Adige. I tre consiglieri di Caritro, tuttavia, hanno ritenuto che l'operazione non fosse coerente con la gestione dell'ente. La proposta di Iori è stata bocciata.













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