L’attore Filippo Timi: «Le lettere di Segantini mi hanno emozionato»

Arco, domani l’anteprima del docufilm sul pittore trentino La pellicola premiata al Biografilm Festival di Bologna


di Katja Casagranda


ARCO. Nei suoi quadri le suggestioni della natura hanno un ruolo fondamentale e di questo rapporto, ispirazione ed influenza si racconta nel docufilm “Segantini, ritorno alla natura”. Film presentato al Biografilm Festival di Bologna a giugno dove si è aggiudicato il Premio del pubblico nella sezione Arte. Ora “Segantini, ritorno alla natura” sarà proiettato domani ad Arco. Ingresso libero quindi alle ore 20,30 in Auditorium Giovanni Paolo II in via Pomerio di Arco per poter vedere in anteprima sull’uscita prevista a metà gennaio 2017 nelle sale. Una riduzione dello stesso sarà anche disponibile in una sala di Galleria Segantini, attualmente chiusa per allestimento. Sabato prossimo il 26 novembre dalle 10 alle 18 l’ingresso sarà gratuito e alle 16 verrà riproposta la proiezione del film per quanti domani non fossero riusciti ad essere presenti alla prima regionale. L’installazione all’interno della Galleria Civica Segantini invece nella riduzione appositamente studiata sarà ospitata anche in seguito per ulteriori visite. La pellicola ripercorre la vita del pittore a cui il Basso Sarca diede i natali ed è prodotta da Apnea Film. Il regista Francesco Fei sarà domani presente in sala e ad interpretare Segantini è l’attore Filippo Timi che si è calato nei panni del pittore ripercorrendone la vita proprio nei luoghi che furono sfondo ed ispirazione. Ed è Timi stesso a raccontare questa sua esperienza e svelare qualche ulteriore suggestione o assonanza con la figura, l’uomo e l’artista Giovanni Segantini.

Come si è preparato per interpretare il personaggio Segantini e come si è quindi calato nella vita, arte e cultura dell’artista?

«Mi sono affidato molto alle indicazioni del regista Francesco Fei che è un profondo conoscitore del pittore e dell’uomo Giovanni Segantini, poi mi sono abbandonato anche alle mie suggestioni, ho studiato arte alle superiori, ho cercato quindi di richiamare alcuni aspetti che da studente mi affascinavano molto».

Come ha vissuto il rapporto di Segantini con la natura preparandosi, immedesimandosi e poi lavorando a questo film?

«Le sue lettere mi hanno molto emozionato, sono entrato in grande empatia con il suo mondo e quindi anche con i suoi luoghi e con la natura selvaggia che ha caratterizzato le sue opere. Durante i sopralluoghi con il regista e i suoi collaboratori ho cercato di vivere quei momenti pensando anche agli aspetti più oscuri e solitari di questo grande artista».

Qual è invece il suo personale, quindi di Filippo Timi, rapporto con la natura e con l’ispirazione artistica?

«Io amo profondamente la montagna e la fortuna di poter interpretare questo ruolo e girare in location così emozionati mi ha regalato uno stato di grazia e di forte alchimia con la natura circostante. Per fortuna la mente e l’ anima non cancellano tanta bellezza».

Che idea si è fatto invece sulla persona Giovanni Segantini e cosa dal suo punto di vista invece è stato colto nei suoi quadri, nel senso ci sono dei lati nascosti oppure non conosciuti o ri conosciuti a suo parere?

«Segantini l’ho scoperto grazie a questo ruolo che mi è stato proposto, ho cercato di essere fedele il più possibile ad alcuni aspetti che anche il regista volevo mettere in luce, ma certo non saprei dire se uno dei più importanti artisti simbolisti al mondo possa avere dei lati oscuri e quali siano, come ognuno di noi sono certo che anche lui li avrà, per fortuna!»

Invece parlandoci di lei, in che cosa è impegnato attualmente?

«Ora sto girando un film tratto da una mia piece teatrale dal titolo “Favola", il prossimo anno tornerò a teatro in "Una casa di bambola” dove interpreto i tre ruoli maschili, sarà in giro nelle principali città italiane».













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