Mercato aperto e negozi chiusi 

Borgo. Ieri per S. Prospereto, festa patronale, c’erano le bancarelle, ma niente deroghe: la Polizia locale ha fatto abbassare la saracinesca alle botteghe per rispettare le norme provinciali che impongono la chiusura festiva nei Comuni “non turistici”


Marika Caumo


Borgo. San Prospereto, mercato nelle vie de centro ma negozianti costretti ad abbassare le serrande. Con i vigili che ieri mattina, passando tra le varie attività, hanno dovuto far rispettare la legge provinciale sulle chiusure domenicali e festive. Chi aveva aperto dunque, è stato obbligato a chiudere subiuto per non venire sanzionato. Un San Prospereto amaro dunque, condito da molte polemiche verso Provincia e Comune, tra la gente, tra i commercianti e soprattutto sui social. Polemiche che sicuramente avranno ulteriori strascichi.

Proprio così, nella giornata della tradizionale fiera in occasione del santo patrono, hanno potuto “aprire” solo i banchi del mercato che ogni anno arrivano numerosi per questa occasione. Come numerose sono le persone che arrivano appositamente a Borgo da tutti i paesi della Valsugana, visto che gli uffici sono chiusi così come molte aziende. Quest’anno niente Luna Park, niente tendone gastronomico ma il mercato del lunedì, che conclude i quattro giorni di sagra, si è potuto fare. Diverso il discorso per i negozi che da sempre il lunedì di San Prospereto rimangono aperti. La legge provinciale n. 4 sul commercio, entrata in vigore lo scorso 4 luglio, dice chiaramente che nei Comuni non turistici, come lo è Borgo, i negozi devono rimanere chiusi la domenica e nei giorni festivi. E San Prospereto, la sagra-mercato, è giorno festivo per Borgo.

«La legge dà facoltà ai Comuni di derogare 18 domeniche o giornate festive all’anno (possibilità di tenere i negozi aperti) e quindi in data 6 luglio ci siamo subito attivati con il Servizio commercio della Provincia e le associazioni di categoria per ottenere, come prescritto dalla legge, il nulla osta per la deroga sulle aperture- spiega l’assessore al commercio Giacomo Nicoletti, che sulla vicenda ha pubblicato un apposito comunicato di chiarimento rivolto a cittadini e commercianti -. Purtroppo i tempi per ottenere queste autorizzazioni erano molto ristretti, essendo la legge in vigore da 2 giorni, non è stato possibile ottenere dagli uffici provinciali competenti la deroga prescritta». Insomma, visti i pochissimi giorni tra l’entrata in vigore della legge e la sagra, non c’è stato il tempo per discutere con le categorie e gestire la deroga. La Provincia ha detto no.

«In ottemperanza alla legge la Polizia locale ha dovuto far chiudere tutte le attività commerciali aperte, non per volontà del sindaco o dell’amministrazione comunale bensì nel rispetto di una legge provinciale- prosegue Nicoletti-. Preciso che un’eventuale ordinanza del sindaco non avrebbe costituito deroga a tale legge e di conseguenza non avrebbe consentito l’apertura dei negozi».

Insomma, niente da fare. I negozi dovevano stare chiusi. A creare qualche malinteso la comunicazione inviata dall’amministrazione ai commercianti, in cui veniva detto che se volevano aprire, liberi di farlo, ma sotto la propria responsabilità. Comunicazione che sicuramente ha lasciato libera interpretazione e che ha portato diversi commercianti alla decisione di aprire bottega. Negozi ma anche catene alimentari del centro e non solo (Sait, Aldi ad esempio). Il centro commerciale invece è rimasto chiuso. Ebbene, chi ha aperto ha dovuto chiudere poco dopo. Così su molte vetrine sono apparsi i cartelli con la scritta “Scusate il disagio, non ci hanno dato il permesso di aprire il negozio”.

«Siamo molto dispiaciuti per quanto successo e ci scusiamo per una comunicazione che poteva essere più chiara e dirimente- conclude Nicoletti -. In questo primo anno di governo comunale tanto è fatto per aiutare il nostro commercio locale: iniziative, attività e supporto. Continueremo su questa strada, per il bene delle attività commerciali e del nostro Borgo». «Per me ieri i negozi dovevano tenere aperti ma la Provincia non ci ha dato la possibilità di attivare la procedura per la deroga - aggiunge il sindaco Enrico Galvan, che non sfugge alle responsabilità-. La situazione andava gestita meglio dal punto di vista della comunicazione, senza dubbio». Sulla questione è intervenuto anche il gruppo consiliare Innova: «La giunta provinciale, nella fretta di varare un provvedimento di questo tipo, ha provocato un danno importante a una categoria già pesantemente colpita. Colpirli in questo modo è del tutto irresponsabile e ingiusto. Al danno che subiscono si aggiunge l’umiliazione per sentirsi in dovere di chiedere scusa. È una grave mancanza di rispetto verso la loro fatica, e qualcuno deve rispondere di ciò. Ci auguriamo che l’amministrazione comunale abbia davvero fatto tutto quanto era nelle sue possibilità per evitare questo scempio».













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