«Vitalizi d’oro, torneranno briciole»

Degasperi (M5S): «Il caso Klotz ha smascherato il bluff della riforma. Gran parte delle restituzioni riandrà ai consiglieri»


di Chiara Bert


TRENTO. «Klotz e Benedetti sono stati i primi. A ruota arriveranno gli altri. E il bluff della riforma dei vitalizi è già smascherato». Filippo Degasperi, consigliere provinciale del M5S, va all’attacco di una legge che ha criticato fin dall’inizio. «Perché visto che i ricorsi degli ex consiglieri erano cosa assodata - incalza - tanto valeva fare una legge al rialzo, invece si è voluto raccontare ai trentini di aver fatto una riforma che tagliava i vitalizi e riportava i soldi nelle casse delle Regione, quando oggi è evidente che era un trucco». Degasperi domenica pomeriggio era nel salotto di Massimo Giletti, in quell’Arena di Rai1 dove l’autonomia del Trentino Alto Adige è tornata sotto i riflettori per lo scandalo vitalizi. Due anni dopo lo scandalo esploso nel 2014 con le maxi-liquidazioni pubblicate dal Trentino. Oggi i vitalizi tornano in primo piano per i 946 mila euro liquidati a Eva Klotz, la pasionaria dell’indipendentismo tirolese che raggiunti i 60 anni si è portata a casa ciò che le spetta per legge: 200 mila euro in meno del milione e 145.000 euro ricevuti con la riforma del 2012. Sempre tanti, e la polemica è riesplosa.

Il conteggio finale dice che su 29,4 milioni da recuperare, finora sono rientrati circa 17 milioni. All'appello mancano quasi 13 milioni che nemmeno l'ultima diffida dei presidenti Ugo Rossi e Chiara Avanzo ha consentito di riportare nelle casse regionali. Sarà un giudice a dire chi ha ragione tra il consiglio e i 62 consiglieri (comprese alcune vedove) che hanno fatto ricorso. Ma se 5,5 milioni sono quanto è tornato indietro dagli ex consiglieri (su 10 milioni che avrebbero dovuto restituire), erano quasi 20 i milioni attesi, due terzi del totale, dai consiglieri che all’entrata in vigore della legge non avevano maturato il diritto all’assegno vitalizio. Come Eva Klotz e l’ex assessore Marco Benedetti, che ha incassato 483 mila euro. E qui parte l’affondo di Degasperi: «La parte più consistente delle restituzioni doveva venire da chi doveva restituire tutto perché non aveva i requisiti per il vitalizio. Oggi è evidente che nonostante tutta la propaganda fatta da Rossi e da chi si è intestato la riforma del 2014, di questi milioni restituiti 12 torneranno nelle tasche dei consiglieri, quindi il vero risparmio alla fine sarà di una decina di milioni. Semplicemente, invece di dare i soldi in una sola volta, li si dà scaglionati. E il bersaglio, invece della Regione, diventa Eva Klotz, che beneficia semplicemente di una legge che è stata votata dal consiglio regionale. Un trucco, una cortina fumogena». «La verità - accusa il consigliere 5 Stelle - è che i consiglieri non ci hanno perso quasi niente, anzi se nel 2012 hanno preso una parte liquida e una parte in azioni del Fondo Family, oggi ricevono tutto liquido. Sfido chiunque a dire che non ci guadagnano». Per Degasperi «tutto nasce dalla legge truffa del 2012, calcoli per attualizzare i vitalizi che la Procura ha definito “un ingiusto profitto e un danno per la Regione”». «È il principio dell’anticipo che è una follia, l’idea di aver ridotto di poco gli assegni in cambio di una liquidazione una tantum calcolata sull’aspettativa di vita. Hanno speso 96 milioni per le attualizzazioni, per avere una riduzione della spesa per i vitalizi di poco più di 3 milioni, dai 12,5 milioni all’anno prima della riforma ai 9,3 milioni post». E a chi fa notare che proprio nel tentativo di riparare a quell’errore si è arrivati alla legge del 2014, il consigliere replica: «Cercare di tornare indietro era un obbligo, si è scelto di farlo con una strada conciliativa e iperprudente». Si è comunque arrivati ad una durissima battaglia giudiziaria a colpi di decine di ricorsi il cui esito resta quantomai incerto. «Visto che c’era la certezza dei ricorsi, e che per consulenze e legali la Regione ha speso 380 mila euro, tanto valeva fare una legge al rialzo».

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