«Un botto tremendo, i ragazzi sono sotto choc»

Il racconto dei presidenti delle società dei giovani atleti che hanno fatto il giro degli ospedali per verificare le condizioni dei feriti ancora ricoverati



TRENTO. «Sono in stato di choc anch’io. Eravamo tranquilli, abbiamo mandato 11 ragazzi che dovevano partecipare alle finali nazionali di nuoto Csi a Lignano Sabbiadoro. C’erano gli accompagnatori di altre società e nessuno poteva pensare che sarebbe successo qualcosa. Poi questo pomeriggio è squillato il telefono e mi hanno detto: si è ribaltato il pullman. E’ stato un momento tremendo». Valentina Mattioli è la presidente della Brenta nuoto di San Lorenzo in Banale, una delle tre società che aveva organizzato il viaggio verso Lignano. Spiega che dalle Giudicarie erano partiti 11 bambini e che solo una ragazzina di Giustino dovrà restare in ospedale: «I nostri ragazzi stanno quasi tutti bene. La più grave è una ragazzina di 14 anni che ha preso un bruttissimo colpo alla milza. Il papà è andato subito a Feltre ad assisterla e noi siamo tutti in apprensione per lei. I medici devono decidere se operarla oppure no. Noi siamo qui che la pensiamo sempre. Siamo in contatto con il padre e con gli altri genitori. Gli altri ragazzini hanno preso varie botte, ma non sembrano gravi per fortuna». La presidente spiega che il viaggio era stato organizzato dalla Csi: «Il pullman era stato organizzato dalla Csi e poi c’eravamo noi e la Latemar di Predazzo. So che erano partiti da Cavalese e poi sono passati da Trento». La notizia dell’incidente è arrivata subito in via Fogazzaro nella sede della Csi Trento Nuoto. In sede c’è Nadia, mentre il presidente Alberto Bianchini è salito in auto per andare a sincerarsi delle condizioni dei suoi ragazzi. Nadia racconta che la paura si è subito diffusa tra i genitori: «L’abbiamo saputo da una mamma che aveva ricevuto la chiamata di un ragazzo. Poi c’è stato un giro di telefonate e tutti sono andati a Feltre. Da quello che sappiamo noi, i nostri ragazzi non si sono fatti molto male. Tutti hanno preso delle botte e uno ha anche avuto bisogno di una trasfusione perché ha perso sangue, ma tutto è ancora troppo confuso. Noi avevamo mandato ragazzi più grandi, nati tra il 1991 e il 1998 e giovani del 2002 e del 2003. I nostri erano 11 in tutto. I più grandi facevano da accompagnatori e proprio uno di loro deve aver avuto bisogno della trasfusione». In serata, notizie più sicure sono state raccolte dal presidente Bianchini che ha fatto il giro degli ospedali, da Treviso a Montebelluna e poi da Castelfranco a Belluno, in tarda serata. Il suo è stato un vero e proprio pellegrinaggio, ma premiato dal fatto che nessuno si è fatto male in maniera molto grave: «Possiamo tirare un grosso sospiro di sollievo. Dei nostri ragazzi, due dovranno restare in ospedale. Abbiamo un ragazzo di 17 anni che ha riportato un forte trauma al fegato ed è ricoverato a Treviso. Probabilmente dovrà restare in ospedale 15 giorni, ma siamo fiduciosi. Poi c’è un altro ragazzo a Belluno che dovrà restare in ospedale anche lui, ma non per quanto tempo. Poi c’è una ragazzina ancora in osservazione, ma mi dicono che probabilmente sarà dimessa nel giro di un paio d’ore. Rispetto a quello che sembrava in un primo momento, è andata bene. Tutti i nostri hanno preso botte e riportato contusioni, ma niente di grave rispetto a quello che avrebbe potuto essere». Bianchini spiega che i ragazzi hanno avuto molta paura: «Molti li ho trovati ancora sotto choc. Hanno avuto tanta paura. E’ stato un vero peccato. Un incidente che non ci voleva. Aspettavano con ansia queste finali e invece è accaduta questa brutta cosa». Il presidente spiega che sulle cause ci sono versioni diverse: «Qualcuno mi ha detto che ha sentito un botto prima che l’autobus sbandasse. Altri hanno detto che ha perso aderenza».

(u.c.)













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