Trento: un «Filo d'oro» lega le identità

Una settimana tra libri, incontri e spettacolo con «Il gioco degli specchi»


Carmine Ragozzino


TRENTO. Un gioco di specchi, un gioco d'anime: vuole accendere la speranza delle «buone pratiche» verso le «culture altre».
Nè pietismi, nè ideologie. Ma la conoscenza, quella sì. La conoscenza delle identità dei migranti in un confronto che sia quanto più aperto, onesto e oggettivo possibile.
La conoscenza - e il contatto, la contaminazione nel solco dei diritti ma anche dei doveri - come antidoto alle paure. Le paure che possono alzare muri ma non possono fermare la storia. La conoscenza per evitare chiusure immotivate. Ma anche bontà pelose e improduttive.
Il Gioco degli Specchi dunque torna a parlare «degli altri». E di noi.
Agli «altri», ai migranti, dà la parola e, insieme, lancia una sfida: parlare dei legami. I legami che i migranti mantengono con i luoghi d'origine e quelli che possono, vogliono, costruire con i luoghi di arrivo. O di passaggio.
Gli incontri dunque. I contatti - attraverso la parola, attraverso l'arte - possono produrre valori positivi, (e crescita), sia sul piano culturale che su quello economico.
Sono i «Fili d'oro» che l'associazione «Il gioco degli specchi» vuole annodare in un ricamo virtuso: offrendo da oggi al 6 novembre una serie di appuntamenti a Trento. Saranno ospitati scrittori, invitati ad un «tu per tu» col pubblico.
E il teatro sarà un poderoso veicolo di comunicazione. E di coinvolgimento.
Al teatro i «Fili d'Oro» hanno ritagliato uno spazio particolare. Aprendo la biglietteria - ma non si paga - per partecipare al «Viaggio di Ulisse e le sue tante identità». Un viaggio che andrà in scena il 4 novembre alla sala della Fondazione Cassa di Risparmio, in via Calepina, alle 21.
Una «registattrice» albanese, un appassionato di video e istallazioni, (della stessa nazione), una ragazza africana, un americano, due italiani, un peruviano. E' il mondo che incrocia le lingue, i pensieri, le differenze nel viaggio - quello di Ulisse - che è il viaggio di chiunque cerchi sè stesso riflettendosi e misurandosi anche con gli altri.
Storie, riflessioni, sensazioni, messaggi che propongono - questa l'ambizione e il massaggio dello spettacolo de «La Quarta Parete» - il fascino dell'attrazione verso le culture che sanno rispettarsi e cavare il meglio l'una dall'altra.
«Un'identità forte è una finestra sul mondo, capace di includere in sé anche le altre. Se è debole, invece, si limita a glorificare se stessa», questo cercherà di dire lo spettacolo di Dardana Berdyna, Albert Dedja e dei loro compagni di viaggio non soltanto teatrale. Si avvarranno di musica e di installazioni. E proporranno un lavoro che partito da lontano, immaginando l'indispensabilità di un confronto senza rete. Ecco perchè sono stati distribuiti da giorni in città dei fogli «di scena», invitando ad annotare pensieri, riflessioni, commenti e frammenti sulle identità che saranno utilizzati durante lo spettacolo in un testo che vuol diventare «corale»
Ma anche gli scrittori ospiti del Gioco e di «Fili d'oro» sono chiamati ad essere più testimoni che maestri. Maria Attanasio ripercorrerà le vie dell'emigrazione italiana. Racconterà all'incontrario De Amicis. «Dali Appennini alle Ande», diventerà "Dall'Atlante agli Appennini": la storia di ieri diventerà quella di oggi. Dolorosa, troppo spesso terribile, ma anche magica nelle sue potenzialità quando si lavora a creare le condizioni culturali e sociali perchè l'incontro non sia scontro.
Roberta Yasmine Catalano analizzerà invece, con amore e pazienza l'emigrazione italiana, in Marocco. Sono legami dei quali si è persa la memoria, ma che hanno avuto e potrebbero avere grande importanza.
Vera Lúcia de Oliveira si muove invece con la leggerezza della poesia tra due lingue e due culture, l'italiana e la brasiliana.
Della Passarelli, anima della casa editrice Sinnos, da moltissimi anni valorizza e fa conoscere le culture degli immigrati. Queste scrittrici andranno nelle scuole. Ma non saliranno in cattedra. Cercheranno, invece, di calarsi con semplicità e amore nelle contraddizioni dei ragazzi, cercando quel dialogo che è il presupposto primo della conoscenza e di un'accoglienza matura.
Insieme poi parleranno al pubblico il 5 novembre, presso la sala della Fondazione Cassa di Risparmio.
Ma il «Gioco degli Specchi» annoda i suoi Fili D'oro anche alla formazione.
Lo ha fatto attraverso il lavoro di un'antropologa, Roberta Bonetti, che ha allestito a Torre Mirana, nel cuore del centro a palazzo Thun, la mostra intitolata «Gli accessori dell'identità».
Anche in questo caso la molla è la scoperta: quella delle tradizioni e degli elementi solo apparentemente secondari di diverse culture.
Infine i libri.
L'offerta a chi vuole approfondire è nella mostra mercato dal 4 al 6 novembre a cura della libreria universitaria Drake nell'aula magna della Fondazione Bruno Kessler.
Una mostra che sarà animata da letture e da responsabili esperti in grado di spiegare, proporre e raccontare.
Un «pacchetto ricco».
Perchè ricca e piena di colori è la diversità.

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