Trento, beve acido muriatico per errore e muore a 94 anni

L'anziano credeva che nel bicchiere ci fosse del vino bianco. Ha atteso qualche ora prima di chiedere aiuto al figlio, ma ormai era troppo tardi



TRENTO. Pensava di bere del vino bianco, invece nel bicchiere s’era versato per errore dell’acido muriatico. Vittima della svista, poi rivelatasi fatale, il novantaquattrenne Celestino Micheli, morto al S.Chiara dopo 4 giorni di agonia. L’anziano, che viveva da solo al primo piano dell’abitazione al civico 131 di via Maccani (nella foto), ha atteso qualche ora prima di chiedere aiuto al figlio Flavio che abita al piano superiore e che l’ha subito trasportato all’ospedale trentino.
 A rivelare quanto accaduto è stato lo stesso Celestino quando è stato raggiunto dal figlio il quale, preoccupato per il silenzio del papà, circa tre ore più tardi era sceso al piano di sotto. Flavio aveva trovato l’anziano in preda a forti dolori, ma cosciente: Celestino aveva avuto la forza di raccontargli che qualche ora prima aveva bevuto per errore, credendolo vino bianco, dell’acido muriatico contenuto in una bottiglia che, evidentemente, l’uomo teneva in casa accanto alle altre.
 Immediata la corsa al Santa Chiara e il ricovero nel reparto di rianimazione di Micheli, che nel frattempo aveva perso conoscenza. L’agonia dell’anziano è durata fino a venerdì sera, quando le gravissime lesioni interne provocate dall’acido hanno definitivamente vanificato i tentativi dei sanitari di strappare il povero Celestino alla morte. Il micidiale liquido, anche se probabilmente ingerito in piccola quantità, aveva causato danni letali agli organi interni del pensionato, che non si è più ripreso. Della vicenda e del suo tragico epilogo è stata automaticamente informata la Procura di Trento, nella persona del sostituto procuratore Giuseppe De Benedetto che, come da prassi in questi casi, ha aperto un fascicolo. Subito è stata avviata una lunga serie di accertamenti, tutt’ora in corso, ma dagli elementi raccolti finora arriverebbe la conferma che si è trattato davvero di una tragica svista dell’anziano.
 Ad ogni modo, il lavoro degli inquirenti proseguirà anche nelle prossime ore e forse martedì il sostituto procuratore firmerà il nulla osta alla sepoltura. A conferma dell’origine accidentale del decesso, è quasi certo che il magistrato non disporrà nemmeno l’autopsia sul corpo dell’anziano.
 L’ultimo caso analogo, qui in Trentino, risale all’aprile del 2008 quando una diciottenne studentessa residente a Siror, nel Primiero, bevve della dielina (sostanza della famiglia della trielina, che viene di solito usata come solvente dai pittori e che se ingerita provoca lesioni importanti a fegato, reni e sistema ematologico) scambiandola per un bicchiere d’acqua.
 Accortasi dell’errore, la giovane aveva immediatamente chiesto aiuto e, dopo un primo ricovero all’ospedale di Feltre, vista la gravità delle sue condizioni, era stata trasferita nel reparto specialistico dell’ospedale di Padova, dove i medici erano fortunatamente riusciti a contrastare l’effetto devastante della sostanza, ma dove la giovane aveva ugualmente trascorso un lungo periodo nel reparto di terapia intensiva in condizioni molto serie













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