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Tione, il bambino nasce «fuori orario»

L’altro giorno il secondo lieto evento del 2016. Ma il neonato era in ritardo: tutti fermi nel punto nascita “part-time”



TIONE. All’ospedale di Tione l’altra sera è nato un bambino. E questa è già una notizia per un reparto dove - dal dicembre scorso - i lievi eventi sono stati appena un paio. Ma fa notizia anche il fatto che il bimbo sia nato fuori orario, cioè alle otto della sera, quando il reparto secondo le indicazioni dell’azienda sanitaria doveva essere chiuso. Ma non si può interrompere il travaglio a metà - come aveva spiegato anche l’ex direttore generale Luciano Flor - quindi medici e ostetrica si sono fermati finché il bambino è nato. E in realtà un paio d’ore in più, come prevede il protocollo. Storia di un parto nel reparto “part time”, dove a questo ritmo nasceranno appena venti bambini all’anno invece di 500, cioè la soglia minima prevista dal ministero della salute per tenere aperto un punto nascita.

I fatti. Era circa mezzogiorno quando si è presentata la donna, che è già madre di due figli. Che fare? Considerato che il tempo non era dei migliori per far volare l’elicottero, ma considerato soprattutto che al terzo parto, generalmente, tutto procede velocemente, ostetrica e medici hanno deciso che quel bambino (almeno quello) sarebbe nato all’ospedale di Tione, in tempo per le ore 18, quando comincia il regime notturno con il trasporto a Trento. Ma i bambini fanno di testa loro, come quello che l’altro giorno (il primo nato del 2016 a Tione) è stato protagonista di un parto precipitoso: è venuto al mondo prima dell’arrivo dell’elicottero giunto in volo da Trento. Il piccolo di cui parliamo invece se l’è presa comoda: alle 18 ancora niente, tanto che il personale si è trattenuto, secondo quanto aveva chiesto la direzione dell’azienda sanitaria invocando la necessaria flessibilita.

Quanto durerà ancora il regime dei punti nascita “part time” che è stato disposto (oltre che a Tione) anche a Cavalese, Cles e Arco? Durerà ancora parecchio visto che qui non si tratta di tenere aperti i punti nascita (su questo il presidente Ugo Rossi e l’assessore Luca Zeni hanno inoltrato una richiesta formale di deroga al ministero), qui il problema è che con l’entrata in vigore il 25 novembre scorso delle nuove norme sul riposo dei medici, non c’è personale a sufficienza e - come spieghiamo a parte - non ci sono nemmeno sufficienti pediatri sul mercato per procedere alle assunzioni. Intanto le madri hanno deciso da sole e a Tione - in attesa che Roma decida se concedere la droga - non partorisce (quasi) più nessuno.

(a.s.)













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