Tessere gratis, l’A22 ricorre in appello

La società non vuole dare i nomi: «Siamo una spa, rivendichiamo il diritto alla riservatezza sulle nostre strategie»



TRENTO. Niente nomi di chi circola gratis sull’A22. L’Autobrennero ha deciso: chiederà al Consiglio di Stato di annullare la sentenza del Tar di Trento che, accogliendo il ricorso della consigliera comunale di Trento Giovanna Giugni, ha ordinato la pubblicazione dei nomi dei possessori delle tessere di circolazione gratuita. La notizia è arrivata ieri dall’A22, che invoca il diritto al riserbo e alla riservatezza «per non pregiudicare i legittimi interessi della società».

Nel ricordare come lo status di Autobrennero sia complesso («è società di capitale di diritto privato, ad azionariato prevalentemente ma non totalmente pubblico, è impresa che oltre alla gestione autostradale in concessione opera sul mercato delle infrastrutture e del trasporto ferroviario in concorrenza con varie altre imprese private presenti in questi settori), la direzione dell’A22 si pone due domande: «Quali responsabilità si assume Autobrennero ove volontariamente diffonda dati e informazioni che coinvolgono terzi soggetti che possono rivendicare diritti di riservatezza? Come può Autobrennero esercitare attività d’impresa in concorrenza se non può tenere riservate le proprie strategie e le proprie decisioni operative?». «Enfatizzando il rilievo pubblicistico della gestione del servizio autostradale - prosegue la nota dell’A22 - la sentenza ha finito per assimilare la società ad un ente dipendente dal Comune di Trento e dagli altri enti pubblici, disponendo che la medesima debba essere sottoposta ai principi ed ai controlli che reggono l’azione amministrativa». «È intuibile - si conclude - che queste affermazioni risultano gravide di conseguenze, in vista degli obiettivi, di natura squisitamente imprenditoriale, che i soci hanno assegnato alla società, primo tra tutti l’ obiettivo del rinnovo della concessione per la gestione dell’A22 partecipando alla gara recentemente indetta».

Secondo i giudici del Tar, che hanno dato ragione alla consigliera Giugni che rivendicava la trasparenza sui nominativi di chi viaggia gratis in autostrada, l’A22 è tenuta a consentire l'acceso ai propri atti ai consiglieri comunali per l’esercizio delle loro funzioni. «La giurisprudenza - scrivono i giudici - è costante ed uniforme nel ritenere che anche nei confronti di soggetti con personalità giuridica di diritto privato sussista l'obbligo di garantire il diritto d'accesso, a prescindere dalla loro qualificazione quale organismo di diritto pubblico, qualora si tratti di soggetti gestori di servizi pubblici». E l' A22, secondo il Tar, lo è visto che è sì una spa ma continua ad agire con finalità anche pubblicistiche.

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