Tende e sedie, le truffe alle Pro Loco

L’uomo è accusato di aver raggirato tre associazioni facendosi pagare oltre 4 mila euro: ma il materiale non è mai arrivato



TRENTO. La si potrebbe chiamare la «truffa delle Pro Loco». Sì perché ad essere raggirate sono state almeno tre associazioni che volevano solo acquistare il materiale necessario per fare le feste che animano i quartieri e i paesi, ma che alla fine si sono trovate con in mano un pugno di mosche. E un certo ammanco nelle casse sociali. Questa la ricostruzione della vicenda che ha portato il tribunale, con l’accusa di truffa un uomo di Egna che si sarebbe spacciato come rappresentante di due ditte altoatesine. Alle quali risulterebbe, però, sconosciuto.

Ma andiamo con ordine e ricostruiamo le vicende partendo dal capo d’imputazione. Il primo episodio contestato risale al settembre del 2012 quando al rappresentante della Pro Loco di Revò si presenta quest’uomo. Spiega di essere l’agente di una nota azienda e offre all’associazione la possibilità di acquistare una tenda con relativo kit di ancoraggio. Materiale di cui la Pro Loco necessitava. 1.150 euro il costo del pacchetto completo con tanto di contratto predisposto su una foglio che riportava gli estremi dell’azienda. Tutto a posto, dunque, con pagamento del dovuto. Solo che la merce acquistata non è poi mai arrivata e la successiva verifica con l’azienda citata, avrebbe permesso di capire che l’uomo non era un loro rappresentante.

Il secondo caso è avvenuto fra il novembre e il dicembre sempre del 2012. Questa volta l’uomo (lo stesso) si sarebbe messo in contatto con il rappresentante del «Comitato attività culturali e ricreative di Martignano» offrendo anche in questo caso la tenda con il relativo kit per nome e per conto di un’azienda diversa ma sempre altoatesina. Nuovo contratto con il pagamento di 900 euro. E lo stesso kit, allo stesso prezzo sarebbe poi stato venduto al «Circolo comunitario di Montevaccino» assiene a venti tavoli e 40 sedie che sono stato pagati 1.400 euro. Inutile dire - visto che stiamo parlando di una truffa - che i pagamenti sono stati effettuati senza indugio ma che di tutto quello che era stato ordinato non è arrivato nulla a destinazione. Dalle denunce presentate sono partite delle verifiche che hanno appurato come l’uomo non lavorasse per nessuna delle due ditte e quindi non avesse nessun titolo nè per promuovere la compravendita nè per ritirare il denaro.

Si è così arrivati alla causa penale con l’uomo che dovrà difendersi dall’accusa di truffa con un danno «provocato» e contestato che supera i 4 mila euro . L’udienza di ieri è stata rinviata e quindi del caso se ne riparlerà alla fine del periodo di sospensione delle udienze, a settembre.

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