«Stalle e magazzini non si tassano»

Gli agricoltori trentini sul piede di guerra per l'applicazione dell'Imu


Carlo Bridi


TRENTO. Un miliardo di euro è il conto presentato all'agricoltura secondo una stima del presidente di Coldiretti Sergio Marini, con la manovra salva Italia. Per la prima volta sono tassate le case agricole ma anche le stalle, i depositi dei mezzi agricoli e anche le malghe. Per quanto riguarda i terreni agricoli invece la legge garantisce una delle pochissime esenzioni per le zone montane. Interessante è comunque la precisazione del neo ministro delle Politiche Agricole Mario Catania che afferma come la tassazione sui terreni agricoli sia diversa in base al titolo del proprietario: se lo stesso è anche imprenditore agricolo, l'imposta è ridotta in quanto la terra è considerata strumento di lavoro e generatore di reddito, per chi invece è solo proprietario, è considerato come un puro investimento da tassare. Ma, cosa ne pensano in proposito i vertici delle maggiori organizzazioni agricole a livello locale? Ne abbiamo parlato con i presidenti di Coldiretti, Confagricoltura Confcoltivatori - Cia. Unanime il parere per quanto riguarda la tassazione della casa d'abitazione dell'imprenditore agricolo: «Siamo coscienti - affermano all'unisono Gabriele Calliari, Diego Pezzi e Flavio Pezzi - che anche il mondo agricolo deve dare il suo contributo nel risanamento del paese. Sulla casa uno sforzo lo dobbiamo fare, il mondo agricolo è abituato da sempre a fare dei sacrifici e pertanto s'impegna a fare anche questo. Diverso è il discorso per quanto riguarda la tassazione degli strumenti di lavoro quali sono la stalla, gli annessi rustici, le malghe». Calliari afferma: «La nostra richiesta sarà volta a chiedere un sforzo calibrato rispetto al tipo di strumento di lavoro, ci sono degli edifici che hanno un certo tipo di resa altri che ne hanno una ben diversa, faccio l'esempio della stalla o ancor più della malga o del magazzino per gli attrezzi. Siamo coscienti che qualcosa bisognerà contribuire anche su questo fronte ma chiediamo equità». L'importante è, prosegue il presidente di Coldiretti, «che i terreni agricoli delle zone di montagna siano rimasti esenti. Un discorso molto delicato si potrà fare sulle aliquote che si andranno ad applicare per i vari fabbricati in base al loro effettivo uso». Diego Pezzi presidente di Confagricoltura è convinto che anche il settore primario debba dare il proprio contributo. «Per questo siamo d'accordo sulla tassazione delle case d'abitazione, diverso è il discorso per gli strumenti di lavoro quali sono le stalle o gli annessi rustici. Sulla tassazione di questi noi come Confagricoltura siamo molto perplessi», siamo convinti che si sarebbero potuti trovare altri canali di finanziamento delle dissestate case dello Stato. Toccando gli strumenti produttivi si va a incidere su un aspetto molto delicato del comparto agricolo che già sta facendo notevoli sacrifici». Flavio Pezzi premette che nel suo complesso la manovra era obbligatoria, «e pertanto anche noi dobbiamo accettarla. Ma vedere tassate le stalle di montagna per la Cia è un errore, per noi è molto difficile accettare questo criterio di tassazione. Il voler coinvolgere gli allevatori che già affrontano notevoli sacrifici per non chiudere le stalle per pagare dei debiti che non hanno contribuito a fare ci pare difficilmente accettabile».

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