rovereto

“Sentinelle in piedi” aggredite esposto al ministro Alfano

“Giuristi per la vita” e “ProVita” chiedono di avviare un’inchiesta interna per accertare se ci sono state omissioni da parte delle forze dell’ordine



ROVERETO. L’aggressione di due settimane fa nei confronti delle “Sentinelle in piedi” in piazza Loreto finisce sul tavolo del ministro dell’Interno Angelino Alfano. Infatti “Giuristi per la vita” e “ProVita” hanno inoltrato un esposto nel quale chiedono «di avviare un’inchiesta interna per accertare se siano ravvisabili gravi negligenze ed omissioni da parte delle competenti forze dell’ordine». Infatti domenica 5 ottobre in piazza Loreto alla manifestazione delle “Sentinelle in piedi” «per la tutela della famiglia naturale» non c’era un presidio delle forze dell’ordine, ma le pattuglie in servizio quel pomeriggio avrebbero dovuto effettuare un servizio di vigilanza saltuaria, ovvero passare per verficare che non ci fossero problemi. Invece dal vicolo che collega piazza Rosmini con piazza Loreto è sbucato un gruppo di una ventina di giovani che hanno insultato gli organizzatori dell’appuntamento prima di passare al lancio di uova. Due le persone al pronto soccorso: don Matteo Graziola (due giorni di prognosi) e un alto atesino con il setto nasale rotto.

Nell’esposto si parla di «grave sottovalutazione del pericolo - paventato dagli stessi manifestanti già al momento della richiesta di autorizzazione dell’iniziativa - derivante da possibili atti di violenza e sopraffazione da parte di gruppi organizzati di aggressori; una mancata azione preventiva per scongiurare le aggressioni, peraltro ben prevedibile anche alla luce di quanto accaduto in precedenti manifestazioni dello stesso movimento; una mancata presenza all’inizio della manifestazione di un numero di agenti in grado di impedire l’assalto dei gruppi aggressori; un grave e ingiustificato ritardo nell’intervento delle forze di polizia». Infine ad Alfano è stato chiesto di «diramare disposizioni affinché vengano adottate misure di prevenzione per garantire l’incolumità e la sicurezza dei cittadini durante l’esercizio del diritto di riunione e di manifestazione».













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