Sempre più genitori non pagano per la mensa 

Il caso. Nessun bambino viene escluso dal servizio, ma le Comunità di valle sono in difficoltà A Trento e Valle dei Laghi mancano 100 mila euro ogni anno: «Più problemi con il buono elettronico»


DANIELE ERLER


Trento. Gestire il servizio mensa significa fare conti sempre più difficili. Prevedere che qualche genitore non riuscirà a pagare e qualcun altro, semplicemente, si dimenticherà di farlo. Significa, in altre parole, lavorare per dare un servizio, senza eccezioni. Con un obiettivo: non lasciare mai, in nessun caso in Trentino, un bambino senza pasto.

La storia che vi abbiamo raccontato nei giorni scorsi - quella di una donna che temeva che i propri figli fossero lasciati senza pranzo, a causa di un debito accumulato con la mensa - si è risolta nei migliori dei modi. Come abbiamo riportato ieri, il presidente della Comunità di valle, responsabile per la zona dove la donna vive, ha spiegato che a dispetto della comunicazione arrivata alla famiglia, in ogni caso i bambini non saranno mai esclusi dai loro pasti.

È comunque l’occasione per fare un passo ulteriore. Cercando di spiegare i principali problemi che ci sono quando si deve pensare di dare da mangiare, ogni giorno, a migliaia di bambini. Lo abbiamo fatto rivolgendoci alla Comunità della valle dei Laghi, che cura il servizio per un territorio vastissimo, che comprende anche Trento e la Valle di Cembra. E fino a un paio di anni fa, anche la Rotaliana e la Paganella: «Prima di tutto dobbiamo specificare una cosa - spiega Annamaria Maturi, assessora all’istruzione -. Non siamo noi i protagonisti della vicenda raccontata nei giorni scorsi dal Trentino. Lo dobbiamo dire, perché molti genitori si sono rivolti a noi per chiedere spiegazioni, anche se in realtà non c’entriamo nulla». Eppure i problemi non mancano. «Un tempo c’erano i buoni cartacei ed era tutto più semplice - spiega l’assessora -. Da quando si è passati al buono elettronico, il controllo è invece più difficile. Parliamo di quasi 20 mila bambini che mangiano ogni giorno. Ogni giorno si spendono intorno ai 50 mila euro per dare a loro questo servizio. Dobbiamo tenere conto dei genitori che non pagano o che lo faranno in ritardo. Se si sbagliano i conti, il rischio è di andare in rosso».

Come ci confermano anche i tecnici, le persone che non pagano sono in aumento, soprattutto da quando è stato introdotto il sistema informatizzato. Ogni anno il debito ammonta, qui, a circa 100 mila euro. Gli utenti sono 19.800. I costi annuali sono di circa sei milioni di euro: coperti al 40 per cento dalla Provincia, mentre il resto dovrebbe arrivare dalle famiglie. Che pagano un minimo di 0,86 e un massimo di 4,81 euro al giorno. Se i genitori non pagano, viene inviato prima un sms, una sorta di avviso bonario. Poi una raccomandata con ricevuta di ritorno. Solo dopo molto tempo scatta l’ingiunzione coattiva. «In ogni caso - dice l’assessora- non è mai successo in Trentino che qualcuno fosse escluso dalla mensa».















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