Scure sugli aiuti internazionali La Provincia dimezza i fondi 

La riforma. L’annuncio: i privati dovranno compartecipare in misura uguale al finanziamento pubblico. Negli ultimi anni la spesa si è attestata intorno ai 10 milioni, la giunta punta a risparmiarne 5. Dubbi dal mondo del no profit 


Valentina Leone


Trento. L’annunciata riforma dei criteri di finanziamento pubblico della cooperazione allo sviluppo è realtà, e rischia di trasformarsi in un terremoto per i tanti enti no-profit che – stando alle notizie diffuse ieri – dovranno spendersi per far sì che eventuali privati finanzino il progetto in misura uguale a quanto investirà la Provincia o la Regione. Questo il nodo principale delle nuove linee di indirizzo approvate dalla Giunta Fugatti, che prevede un risparmio atteso per le finanze provinciali di circa 5 milioni di euro, giustificando la richiesta che anche i privati compartecipino maggiormente con la necessità di una «maggiore collaborazione fra i soggetti attivi nel settore, pubblici e privati, profit e non-profit, e quindi maggiore "massa critica", con conseguente riduzione della dispersione delle risorse».

I cambiamenti

La Provincia, sino ad oggi, ha contribuito con circa 10 milioni di euro all’anno, con punte anche superiori nell’era Dellai. La riduzione stimata sarà quindi consistente rispetto alle risorse impiegate in media.

Le nuove disposizioni - mormora qualcuno dal mondo della cooperazione- rischiano di avere fortissime ripercussioni sulle 300 associazioni del settore che portano avanti progetti, anche perchè la richiesta di raddoppio, ad esempio, è un paletto che nemmeno l’Agenzia italiana per la cooperazione solitamente pone.

Lo scorso dicembre, lo ricordiamo, la Giunta aveva sospeso i termini previsti per la presentazione delle domande di contributo da parte degli organismi trentini di volontariato internazionale e il processo di approvazione e assegnazione dei contributi per iniziative programmate sempre dalla Giunta, annunciando una riforma dei criteri di finanziamento.

Gli altri aspetti tecnici

A parte la stretta sui fondi, sono inoltre stati ridefiniti alcuni aspetti tecnici legati a scadenze e modalità di presentazione dei progetti. Il periodo per farsi avanti è fissato annualmente dal primo al 15 settembre. L'approvazione della graduatoria relativa ai contributi avverrà entro e non oltre il 31 gennaio dell'anno successivo. La proposta progettuale dovrà necessariamente prevedere, oltre all’associazione capofila e al suo partner locale, almeno altri 2 soggetti trentini, pubblici e/o privati tra i quali almeno un’altra associazione, con un ruolo attivo chiaramente definito (ai partner potranno essere corrisposte risorse, fermo restando una loro partecipazione fattiva alle attività progettuali). Lo strumento di finanziamento provinciale, come detto, sarà ispirato da un meccanismo di «raddoppio» della quota di auto-finanziamento (da fonte privata e/o pubblica non provinciale e regionale) dell’associazione. L’associazione non potrà avere attivi più di 2 progetti in contemporanea nello stesso anno e non potrà ottenere, in qualità di capofila, finanziamenti della Regione Trentino Alto Adige a valere sullo stesso progetto o sulle stesse tipologie di attività progettuali. La Provincia potrà comunque sostenere anche particolari progetti rientranti in tipologie individuate annualmente dalla Giunta provinciale secondo modalità da essa stabilite ed attraverso strumenti da definire con criteri specifici. Nel dettaglio, le tipologie di progetti finanziabili saranno: progetti di cooperazione allo sviluppo; interventi di emergenza umanitaria; progetti di particolare rilievo rientranti nella programmazione annuale della Giunta provinciale. La Giunta interverrà poi con ulteriori correzioni affidandole ad un provvedimento legislativo in sede di assestamento di bilancio.

La replica

L’assessore Achille Spinelli, dal canto suo, rassicura: «I cinque milioni sono solo una stima, non ci saranno tagli lineari ma semplicemente il risparmio deriverà dal fatto che chiederemo di presentare progetti più organici e strutturati, evitando la frammentazione tra tanti enti e la conseguente dispersione di risorse. Per i progetti di emergenza umanitaria, invece, confermo che il contributo della Provincia continuerà a essere forte».













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