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Scivola in un canalone, ferito scialpinista noneso

L’incidente nel primo pomeriggio di ieri sul monte Collecchio in val d’Ultimo. L’uomo, che ha 63 anni, è stato trasferito all’ospedale di Merano. Non è grave



MERANO. Fortuna nella sfortuna per uno scialpinista di 63 anni residente a Coredo in Val di Non che ieri, scivolato in una canalone per 200 metri, se l’è cavata con la frattura di una gamba ed escoriazioni in varie parti del corpo.

L’allarme è scattato a metà giornata, erano circa le 13. Un gruppo di scialpinisti aveva approfittato della splendida giornata di sole e di un manto nevoso più che sufficiente ad alta quota per fare delle escursioni, quando uno di loro M.R, le iniziali, nato nel 1951 a Cles e residente a Coredo, ha perso l’equilibrio ed è finito in un canalone, scivolando a valle per circa 200 metri. L’incidente è avvenuto nella zona del Monte Collecchio ad un’altitudine di circa 2.800 metri e, tutto sommato, allo sportivo non è andata affatto male. Il canalone lungo il quale è precipitato, infatti, è disseminato di rocce appuntite e taglienti che avrebbero procurargli lesioni ben più seri di quelle riportate.

L’allarme è stato subito lanciato dai compagni d’avventura e in pochi minuti è partita una squadra del soccorso alpino della Guardia di Finanza di Merano, poi coadiuvata da un’altra squadra del Bergrettungsdienst della Val d’Ultimo. Intorno alle 14 i soccorritori hanno raggiunto il luogo dell’incidente. Scesi nel punto in cui si trovava il ferito e verificatene subito le condizioni ,si è provveduto a verricellare lo scialpinista - un intervento non molto semplice vista anche la posizione del sessantatreenne - che è stato poi portato dall’elicottero Pelikan 1 e quindi trasferito all’ospedale di Merano.

Nella struttura sanitaria del Brugraviato, il trentino è stato sottoposto a tutti gli esami del caso. Esami che hanno confermato quanto la giornata dello sportivo sia stata fortunata. Lo scialpinista, infatti, ha riportato la frattura di una gamba e una una serie di escoriazioni su tutto il corpo. Se la caverà in qualche mese. La stagione invernale, insomma, per lui può considerarsi finita, ma potrà raccontare la sua brutta avventura a familiari e amici e, l’anno prossimo, rimettere ai piedi gli sci con le pelli.













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