Rovereto: bimbo finisce all'ospedale dopo una lite con un compagno di scuola

Una lite tra bimbi di terza e quarta elementare, e il più piccolo finisce all’ospedale. E’ accaduto alle scuole Regina Elena di via Dante, alcuni giorni fa. Il più piccolo aveva preso a calci il più grande, il quale ha reagito torcendogli il collo. Una scaramuccia tra bambini, finita in pronto soccorso, con otto giorni di prognosi e collare ortopedico



ROVERETO. Una lite tra bimbi di terza e quarta elementare, e il più piccolo finisce all’ospedale. E’ accaduto alle scuole Regina Elena di via Dante, alcuni giorni fa. Il più piccolo aveva preso a calci il più grande, il quale ha reagito torcendogli il collo. Una scaramuccia tra bambini, finita in pronto soccorso, con otto giorni di prognosi e collare ortopedico.

Nulla di grave, in sè, ma l’episodio ha fatto discutere i genitori, preoccupati da quella che ritengono un segnale poco rassivurante. Il dirigente scolastico Luciano Grisenti pone un argine al chiacchiericcio alimentato dal passa parola: «Si è trattato di un litigio tra bambini, come accade spesso. E da millenni. Tutti alle elementari hanno vissuto l’esperienza, anche se magari qualche anno fa i bambini tacevano in casa, per paura di essere puniti dai genitori».

E’ stato lui stesso a indirizzare la famiglia del bambini più piccolo all’ospedale. «Si lamentava del male al collo, m’è parsa prudente una visita in pronto soccorso. Comunque il collare che avrebbe dovuto indossare per otto giorni a scuola non l’ha mai messo».

I bambini protagonisti del litigio sono stati chiamati in presidenza e puniti: per tre giorni uno e per cinque l’altro, sono stati costretti a ricopiare il regolamento della scuola davanti al dirigente. «Nel consiglio di classe, dopo il litigio, c’era chi proponeva pene esemplari e addirittura la gogna: un mese seduti davanti agli altri bambini. Ma noi siamo prima di tutto educatori. Ho parlato con le famiglie, che hanno capito la situazione, e poi con i bambini, che attraverso quella che ci è parsa una giusta sanzione hanno capito di aver commesso un errore grave. Ma - conclude Grisenti - non bisogna dimenticare che sono pur sempre dei bambini. Sbagliano anche gli adulti. E un bambino che sbaglia va educato».

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