Rossi: «Avanti così, la strada ormai è tracciata»

Il governatore soddisfatto: «Mi aspettavo che passassero 12-13 referendum, alla fine è andata meglio del previsto»



TRENTO. Nell’era di Twitter, il presidente della Provincia e della Regione Ugo Rossi affida al seguente cinguettio il primo commento a caldo: «Nascono 15 nuovi Comuni! Trenta Comuni in meno. Riforme avanti!». Perché i numeri sono numeri. Un ragionamento più articolato, al di fuori della gabbia dei 140 caratteri, parte invece da questa considerazione: «La strada è tracciata - afferma Rossi - il risultato è abbastanza inequivocabile, lungo una strada che passa dalla condivisione e della democrazia, perché non facciamo le cose a tavolino. Lo spirito della legge non è quello di creare e imporre aree metropolitane in Trentino, e i cittadini lo hanno capito benissimo. Si tratta invece di razionalizzare e di avere la capacitò di lavorare assieme alle comunità per fare ancora meglio rispetto a quanto è stato fatto negli scorsi anni».

Un dato che Rossi sottolinea come estremamente positivo (e infatti poco dopo ecco puntuale il tweet) è il superamento del quorum ovunque: un risultato importante anche alla luce dello striminzito 63,7% di affluenza media provinciale alle elezioni comunali di nemmeno un mese fa. «Dobbiamo darne atto a tutti quegli amministratori e a quei comitati che hanno scelto una posizione contraria alla fusione - afferma il presidente - lo hanno fatto apertamente, votando, e non invitando all’astensione: anche questa è un sintomo di serietà che va riconosciuto, al di là della differenza di visioni». E anche la beffa di Bocenago, con il “no” vincente per appena 2 voti, «dimostra che il meccanismo è democratico, perché il voto favorevole deve venire in ognuno dei Comuni coinvolti nella fusione. Comunque le riforme vanno avanti: ora il prossimo passo sarà la piena attuazione della definizione degli ambiti per le gestioni associate con la soglia dei 5 mila abitanti, come ulteriore aggiornamento delle nostre istituzioni».

Sempre stando in tema di “conta dei caduti”, Rossi si dice particolarmente dispiaciuto per l’esito del voto in Tesino: «Un errore strategico, perché era la fusione forse più logica e naturale fra tutte quelle proposte dai referendum, ma mi auguro che il processo possa riprendere, magari chiarendone meglio le caratteristiche». Per lo stop a Civezzano Fornace, invece, Rossi è d’accordo che tutto sia dovuto al timore di una piccola realtà di finire inglobata in una maggiore. Mentre la bocciatura di Albiano Lona Lases Rossi la dava quasi per scontata: «Quando è lo stesso sindaco a tenere alta la bandiera della specificità del proprio paese, in maniera legittima e sincera, ci si poteva attendere un voto del genere». Qualche timore lo aveva invece per Cembra Lisignago, e in val di Non, dove invece alla fine il referendum è passato ovunque. «Mi attendevo il risultato positivo in 12-13 casi- conclude - alla fine è andata meglio del previsto». (p.mor.)













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