Riva, Santa Barbara sulle carte non c'è

Ottant'anni dopo la costruzione il Comune ha deciso di accatastarla



RIVA. La chiesetta di Santa Barbara sulle pendici della Rocchetta, nonchè la vicina capanna Alpini (con annesso bait del Toni) - luoghi carissimi ai rivani che possono salirci dalla città con una scarpinata di un'oretta - non esistono sulle carte del catasto, e devono quindi essere considerati edifici abusivi. La chiesetta è lì dal 1928, tirata su dagli operai che lavoravano alla costruzione della centrale del Ponale, ed in particolare dai minatori che foravano il massiccio della Rocchetta per aprire nella roccia la galleria della conduttura forzata destinata a prelevare acqua dal lago di Ledro. La capanna risale alla stessa epoca ed alle stesse mani: nel corso degli anni è diventata un frequentatissimo punto di ritrovo per generazioni di rivani e schiere di escursionisti richiamati anche dall'apertura della ferrata dell'Amicizia.  Col tempo hanno aggiunto il bait del Toni: e fu proprio Tonin Alberti, ormai vicino ai novant'anni, a salire nel 1987 (per quella che sarebbe restata l'ultima volta) all'inaugurazione del riparo, sempre aperto, che lo ricorda agli escursionisti.  Una recente ripassata alle scartoffie ha portato gli uffici urbanistici del comune di Riva alla scoperta che nei registri del tavolare non c'era nessuna registrazione degli edifici. La giunta ha così deciso di rimediare: siccome non ci sono problemi sulla titolarità, dal momento che gli edifici sorgono su terreno di proprietà comunale e quindi appartengono al Comune e a nessun altro, è stato affidato al geometra Stefano Cossu l'incarico di mettere in mappa chiesa e capanna e di provvedere in seguito alla loro registrazione al Tavolare. Il lavoro, per cui l'amministrazione ha impegnato 2775 euro, dovrà essere finito in un mese. Poi per chiesetta e riparo alpino, dopo 80 anni di insospettabile «abusivismo, avranno finalmente cittadinanza burocratica.













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