PERGINE

Pergine, verifiche dei carabinieri sul pestaggio al Curie

Studente maggiorenne picchiato da minori, condanna unanime. Ma la denuncia non c’è ancora


di Roberto Gerola


PERGINE. Ancora nessuna denuncia per il pestaggio dello studente albanese (di quinta) avvenuto l’altro giorno davanti all’istituto scolastico “Marie Curie”. Il giovane, maggiorenne, sta valutando la cosa insieme ai genitori. L’episodio ha scatenato una serie di reazioni proprio per la sua gravità.

Un pestaggio vero e proprio da parte di alcuni studenti minorenni (di terza) nei confronti del loro compagno più anziano. Motivazioni? Esattamente non si conoscono ancora. I carabinieri di Pergine stanno indagando per poi riferirne l’esito anche alla dirigente scolastica Flavia Andreatta. Appunto, di certo c’è che una denuncia non è ancora stata presentata, anche perché ci sono 90 giorni di tempo per procedere dietro querela di parte. Tra l’altro, non sono stati ancora presi provvedimenti nei confronti degli autori.

Evidentemente interverrà la stessa scuola attraverso i propri organi (consiglio d’istituto) e della cosa si stanno interessando anche Matteo Savastano e Andrea Crepaldi, rispettivamente presidente della consulta dei genitori e del consiglio delle istituzioni.

Ieri la dirigente Flavia Andreatta era ancora particolarmente stupita per l’episodio avvenuto fuori dalla sua scuola. Ha evidentemente avuto parole dure: «La scuola condanna ogni tipo di violenza, fisica o psicologica che sia, ha detto, nella convinzione che essa non possa mai trovare alcuna giustificazione. L’istituto è particolarmente amareggiato soprattutto perché impegnato attivamente nella salvaguardia del concetto di legalità».

E ha fatto riferimento proprio al recente incontro che, per iniziativa dell’istituto, aveva visto l’europarlamentare caterina Chinnici, figlia del giudice ucciso dalla mafia, ospite con gli studenti. «Insisteremo in questo argomento proprio per far conoscere ai ragazzi la necessità del rispetto della legalità e delle persone», ha detto ancora. Sull’episodio, ha poi detto, «si attendono le indagini dei carabinieri per chiarire esattamente la natura dei fatti e per prendere gli opportuni provvedimenti».

Anche la dirigente Andreatta si è attivata per conoscere le motivazione alla dell’episodio: «Ma non ne sono venuta a capo - ha detto - i ragazzi non hanno indicato espressamente i motivi». A questo punto, la causa scatenante potrebbe essere di vario genere: ideologico, politico, discriminatorio/razziale, ma anche amoroso.

Ieri, un insegnante ha prospettato anche la possibilità che i giovani non avessero ancora basi politicamente solide, vista l’età: «L’episodio, per altro gravissimo e da condannare con forza - ha detto - potrebbe essere stato determinato anche da un momento emotivo andato al di là delle motivazioni adottate. Forse occorre ragionare come quei ragazzi e non con la testa da adulto, prima di etichettare l’episodio come politico o frutto di razzismo come è stato da qualche parte avanzato forse troppo frettolosamente. Per quanto ne so io non intravvedo queste motivazioni, pur in presenza di ideologie tra gli studenti».

Si vedrà comunque nei prossimi giorni, in attesa della conclusione delle indagini da parte dei carabinieri. L’episodio era venuto alla luce su facebook per mano del sindaco Roberto Oss Emer: un “post” che ha suscitato forti reazioni, per qualche aspetto anche contrastanti.

 













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