Per la discarica di Zuclo c’è un futuro come parco

Il sito ospiterà ancora per alcuni anni i rifiuti dei 39 Comuni delle Giudicarie, intanto Comunità di valle e università di Trento pensano a valorizzare l’area


di Ettore Zini


ZUCLO. Da cenerentola a principessa. Da deposito di immondizie ad area qualificata. Sulla falsa riga della discarica di New York, la più grande al mondo, trasformata in un immenso parco urbano, o di certi Paesi nordici, che su cumuli di rifiuti hanno impiantato skilift e fatto sorgere resort.

Per il centro raccolta di Zuclo, un’area di 53 mila metri quadrati su cui, dagli anni ’70, vengono stoccati i rifiuti urbani dei 39 Comuni delle Giudicarie, è tempo di pensare al futuro. Non più immondezzaio di valle, ma area di pregio, su cui sviluppare un progetto di valorizzazione ambizioso. Lo ha detto la presidente della Comunità di Valle Patrizia Ballardini, che in un affollato incontro di amministratori della Busa (tra cui i delegati dei Bim di Sarca e Chiese, il presidente della Geas, la giunta della Comunità e i responsabili del servizio ambientale) ha delineato il possibile destino di quell’area, nel cui progetto è stata coinvolta l’équipe del professor Giuseppe Scaglione, della facoltà di ingegneria dell’università di Trento.

Di anni di vita, la discarica dell’ex Bersaglio ne ha ancora almeno 4, forse di più, come ha rilevato l’architetto Polla del Servizio ambientale della Comunità, visto che la diminuzione di rifiuti raccolti e la differenziata arrivata (ultimi dati in Giudicarie) all’82,70%) potrebbero allungarne la vita. Ma (come ha sottolineato la presidente Ballardini) progetti così importanti hanno bisogno di essere programmati per tempo. Ecco quindi che la giunta ha avviato la fase progettuale con il concorso del team di architetti del professor Scaglione.

L’intento è fare una proposta qualificata, riconnettere l’area al paesaggio. E al tempo stesso avere un punto privilegiato per l’osservazione del paesaggio. Esempi? «Una collina rigenerata e rivegetata, con giardino collettivo, un luogo di incontro e relax». Insomma, un innovativo progetto di riutilizzo, che, come diceva lo slogan dell’incontro, tramuti un problema in una risorsa. Certo tempi saranno ancora lunghi. Intanto, la discarica è ancora in piena attività e poi non va dimenticato che la Geas di Tione (azienda a partecipazione pubblica) vi ha appena investito più di un milione per un impianto di produzione energia. Tempi minimi dello sfruttamento 8 anni, utilizza i miasmi della discarica tramite un moderno impianto di recupero del biogas, che, tra l’altro, ha eliminato gli odori. Bene quindi precorrere i tempi, ma, finché non saranno trovati spazi alternativi per lo smaltimento dei rifiuti o non entri in funzione il promesso inceneritore, difficilmente si potrà fare a meno della discarica gestita dal 2011 Comunità delle Giudicarie. Annualmente vi sono conferite 23 milioni di tonnellate di rifiuti. La concessione, dopo l’ultimo rinnovo del 2008, scade nel dicembre 2016.

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