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Ottobre rinuncia al vitalizio parlamentare

Il deputato: «Non voglio 800 euro dopo 4 anni di contributi, è un privilegio». E oggi lancia «Autonomia dinamica»: «Nel 2018 ci sarò. Mai più con Ugo Rossi»


di Chiara Bert


TRENTO. Mauro Ottobre ha già detto che non si ricandiderà per un secondo mandato in parlamento. Dopo il suo divorzio dal Patt all’ultimo congresso, nel 2018 il deputato intende essere in campo alle provinciali: «Non nascondo la voglia di esserci», ammette alla vigilia del lancio ufficiale - oggi a Riva del Garda - della sua associazione «Autonomia dinamica», con un dibattito che vedrà protagonisti i due ex governatori Lorenzo Dellai e Luis Durnwalder.

Come quasi il 70% dei parlamentari al primo mandato, Ottobre maturerà la pensione a settembre, dopo 4 anni 6 mesi e un giorno di legislatura (potrà beneficiarne dai 65 anni di età). «Ma io - annuncia - a quella pensione ho rinunciato». Lo ha fatto con una lettera inviata qualche giorno fa alla presidente della Camera Laura Boldrini: «Sono a conoscenza che potrei beneficiare della pensione solo tra qualche anno, ma ritengo opportuno rinunciarci da subito in quanto la mia elezione è stata esclusivamente improntata ad un impegno verso i miei concittadini, per dovere civico e per ideale politico». Spetterà ora all’istruttoria dei segretari questori decidere sulla richiesta.

«Prenderò la pensione di artigiano, come mio padre», spiega, «non si giustificano 800 euro dopo 4 anni di contributi, è quello che molti lavoratori prendono dopo 40 anni di lavoro. Quando un’azienda non va bene, un amministratore dovrebbe dare per primo l’esempio e ridursi lo stipendio. In questa legislatura purtroppo non è stato fatto».

Al Palacongressi di Riva, oggi (ore 15.30) Ottobre ha chiamato a raccolta oggi una serie di personalità per il lancio di quella che è formalmente un’associazione culturale ma che in vista del 2018 avrà un significato prettamente politico. Ci saranno il critico d’arte Vittorio Sgarbi e poi una pattuglia variegata di politici, dall’ex avversario di partito Walter Kaswalder (ora fresco di espulsione dal Patt e anche lui in procinto di lanciare un proprio movimento in vista delle elezioni 2018) all’ex consigliera Caterina Dominici (anche lei tra i fuoriusciti dal Partito autonomista), il giornalista Luigi Sardi, il presidente dell’Unione albergatori Enzo Bassetti, gli ex consiglieri Marcello Carli e Claudio Eccher. Alle 17 il confronto più politico - con Ottobre, Dellai, Durnwalder, il presidente dell’Associazione artigiani Roberto De Laurentis e il sindaco di Verona Flavio Tosi - moderato dal giornalista Michele Cucuzza.

«Non necessariamente l’associazione diventerà un partito o un movimento politico - chiarisce il deputato - potremmo trovare casa dove c’è spazio per il pensiero autonomista, che era garantito da Dellai ma oggi non più da Ugo Rossi». Trovare casa dove? Con il centrosinistra autonomista? Con le liste civiche? «Sicuramente se ci sarà ancora Rossi come leader, noi non ci saremo», risponde Ottobre, «il risultato al referendum costituzionale, con la vittoria del no in Trentino, è la prova che i trentini sono stanchi dell’autonomia speciale. E la stagione dei congressi ha rivelato la debolezza della politica provinciale». Nel campo autonomista la pattuglia degli ex (tra espulsioni e addii) si fa più folta anche se non si tratta di un’area omogenea, bisognerà vedere quanto peserà alle prossime elezioni, con un Patt alle prese con altri casi interni come quello di Baratter.













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