Olivi bacchetta Rossi «Ascolti le richieste espresse dai partiti»

E il capogruppo Manica: «Vogliamo vedere i pareri e conoscere l’impatto dei tagli, vietato sbagliare ancora»


di Chiara Bert


TRENTO. La replica tranchant del governatore e presidente della Regione Ugo Rossi alle parole del segretario Pd Giulia Robol («Cancellare tutti i vitalizi? è il modo migliore per lasciare le cose esattamente come stanno») non è piaciuta per niente al suo vice (anche lui Pd) Alessandro Olivi. Che a sua volta gli riserva una stoccata: «Rossi non deve sorprendersi né stigmatizzare le sollecitazioni che arrivano dai partiti. È assolutamente normale, anzi è la loro funzione, che i partiti chiedano uno sforzo adeguato al momento e congruo a risolvere con equità il pasticcione che è stato fatto sui vitalizi». «Valutare la compatibilità giuridica spetta al legislatore - prosegue Olivi - alle forze politiche spetta invece incalzare le istituzioni. Trovo sbagliato partire dal recinto dei paletti, è compito di chi fa le leggi decidere e individuare la soglia di tenuta di una riforma. Mettendo - aggiunge - tutte le carte sul tavolo».

Ma facciamo un passo indietro. «Il punto non è quanto risparmieremo e quanto recupereremo delle maxi-liquidazioni, il tema è che se i vitalizi sono un privilegio, non si capisce perché non si possa eliminarlo», aveva detto la segretaria Pd Giulia Robol, «non basta tagliare i vitalizi del 20%, i cittadini si aspettano altro». Dichiarazioni a cui Ugo Rossi ha risposto così: «Quello che ci è stato consigliato dai giuristi è di agire nell’ottica dell’interpretazione autentica della legge del 2012, proprio per evitare provvedimenti di cancellazione totale quelli sì soggetti a impugnazioni sicuramente vittoriose. Chi pratica il diritto sa bene quanto conti la sua certezza».

Ma il vicepresidente Olivi si schiera con Robol: «Ritengo sbagliato porci un limite giuridico prima di fare le norme e Rossi farebbe bene a non stigmatizzare le sollecitazioni che gli vengono dai partiti, in questo caso dal Pd».

Fin qui l’assessore. Ma nel Pd, il giorno dopo il vertice dei capigruppo che ha rinviato ogni decisione a mercoledì prossimo, va in pressing anche il nuovo capogruppo Alessio Manica (che ha sostituito il dimissionario Mattia Civico). «Ad oggi - rileva il consigliere - abbiamo in mano tre paginette firmate da Rossi e Kompatscher dove si indicano delle linee d’azione, ma senza indicare percentuali né l’impatto dei tagli ai vitalizi. Per noi non è in discussione il merito della proposta, ma visto quello che è successo con la riforma del 2012 (votata dai consiglieri - così hanno ripetuto tutti - senza conoscere le cifre delle attualizzazioni al centro dello scandalo, ndr) abbiamo la necessità di andare fino in fondo nella comprensione dei pareri. E soprattutto dobbiamo poter renderci conto dell’effetto dei tagli. Per questo abbiamo chiesto alla Ragioneria della Regione una proiezione caso per caso, per capire quale sarà l’impatto. È il minimo per la responsabilità che abbiamo». Ma Manica ritorna anche su quanto detto da Giulia Robol: «Il messaggio “togliamo tutto” non so da dove nasca, perché se tolgo i vitalizi a 120 persone non servono grandi strumenti giuridici per capire che non sta in piedi. Ma conoscere quale sarà l’effetto della revisione sui vitalizi e le attualizzazioni serve proprio perché se incidessimo solo per il 20%, significa che possiamo lavorarci ancora perché i cittadini ci chiedono di più». Per il capogruppo Pd «risolvere il caso vitalizi, che sono il privilegio dei privilegi, dev’essere l’obiettivo da raggiungere prima dell’estate». E se l’intervento sul futuro, ovvero sulle indennità e sulla pensione dei consiglieri attuali (800 euro lordi erogati dalla Regione dopo una sola legislatura a partire dai 65 anni e che Rossi vorrebbe abolire), «dovesse rappresentare un freno», per Manica «è meglio dividere le due cose». «Sono stufo di essere confuso con chi ha preso un milione di euro», si lamenta. «Occorre distinguere perché l’indennità attuale dei consiglieri regionali (5450 euro netti più 700 euro di rimborsi forfettari e 750 euro di rimborsi per spese documentate, ndr) non è l’oggetto dello scandalo. Io sono d’accordo con la proposta per cui la Regione non debba più erogare pensioni ma dia ai consiglieri quanto serve per pagarsi la pensione. Personalmente preferirei tenere la stessa indennità per tutti i consiglieri e differenziando ciò che la Regione ci mette per garantire la copertura pensionistica». Il capogruppo del Patt Lorenzo Baratter è convinto che nell’incontro della prossima settimana, a cui parteciperanno anche i consulenti, «si potranno sciogliere tutti i dubbi». E incalza: «I pareri dei giuristi sono stati sintetizzati nella proposta dei governatori, non è il caso di impelagarsi in tecnicismi. Qui bisogna accelerare, la mia sensazione è che qualcuno voglia prendere tempo. La riforma si può approvare in meno di due mesi».













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