Mangiare frutta e verdura bio  costa troppo? Non è sempre così 

Il caso della settimana. Prova sul campo fra Trento e la Valsugana confrontando i prezzi di prodotti biologici e non Le arance tarocco hanno una differenza minima e a volte sono più convenienti. Molto più caro invece il finocchio


Maddalena Di Tolla


Trento. Quanto costa comprare cibo biologico in Trentino? Abbiamo provato a fare un giro in alcuni negozi fra Trento e la Valsugana, limitando la verifica dei prezzi a frutta e verdura italiana. Emerge quel che già sappiamo, con note da considerare però: il biologico costa ovviamente più della produzione normale, a volte costa anche molto di più, sfiorando prezzi doppi su alcuni prodotti. Non succede sempre però, come vedremo in seguito. Alcuni prezzi di frutta e verdura biologica sembrano del tutto abbordabili, anche confrontati con quelli delle produzioni non biologiche. I negozianti ci hanno spiegato altri fattori, oltre alle ragioni già note, che incidono sui prezzi e sulla loro variabilità, ad esempio alcuni distributori consegnano i prodotti dei loro clienti anche a negozi piccoli e periferici, scaricando il costo equamente su tutta la catena di distribuzione, e dunque in quel caso il prodotto costa di più al consumatore finale ovunque lo acquisti, per renderlo sostenibile anche a cittadini lontani dai centri commerciali. Un’altra scelta, che potremmo dire etica, e che incide sul prezzo, facendolo a volte salire, è la continuità di rapporto con gli stessi fornitori, pagando a volte anche prezzi più alti per garantire ai produttori in difficoltà o con problemi stagionali di restare sul mercato. Insomma, le scelte etiche, come accade per il commercio equo e solidale, si pagano. In generale i commercianti ci hanno spiegato che il Trentino produce meno biologico della richiesta, e questo spinge ad acquistare fuori regione e addirittura all’estero. In certi periodi dell’anno anche la produzione italiana non soddisfa la domanda su certi prodotti, e dunque si compra fuori, pagando di più. Ci è stato anche spiegato che l’arrivo sugli scaffali dei prodotti a marchio delle grandi catene (Coop, Poli e altri) fa scendere il prezzo anche del bio.

Veniamo ai prezzi. Ecco alcuni raffronti: alla famiglia cooperativa di Caldonazzo, molto ben fornita di biologico, troviamo le arance tarocco biologiche a 2,48 euro al chilo (scontate del 10% sul prezzo normale), mentre quelle non bio costano 2,40 euro al chilo. A prezzo pieno dunque la differenza sarebbe comunque limitata. In tutti i punti vendita visitati abbiamo trovato offerte sul biologico che avvicinano il prezzo al prodotto normale. Nel punto vendita a Trento nord di Natura Si, catena specializzata in produzione biologica, prodotti a basso impatto ambientale, locali eccetera, le arance tarocco bio costano 2,48 euro al chilo. Sempre a Trento nord, all’Iper Poli le tarocco non bio, sfuse di prima scelta costano 2,19 euro al chilo, quelle di categoria più economica 1,20 al chilo, mentre quelle bio costano 1,99 euro al kg. Le grandi catene possono scegliere di giostrare i prezzi grazie a grandi quantità comprate e rivendute. Le mele golden biologiche (trentine) a Natura Si costano 2,20 euro al chilo, all’Iper Poli di Trento 2,88 euro, mentre le grandi catene le propongono in versione non biologica a prezzi che variano da meno di un euro al chilo (a prezzo indicato come scontato in diversi negozi) fino ad 2,49 euro (con indicazione “senza diserbanti”, Iper Poli Trento nord). Sui finocchi le differenze di prezzo incidono molto: quelli bio costano 3,20 euro al kg (Iper Poli Trento nord) o 3,38 euro al kg (Natura SI) mentre quelli normali oscillano fra 1,79 euro al kg (Iper Poli Trento nord) e 2,10 euro al kg (Cooperativa Caldonazzo).













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