Lo speck «made in Storo» è al sapore di trota

L’idea è dell’azienda Armanini, che ha allevamenti in Trentino e Lombardia Per i cinquant’anni di vita il patron Olivo lo presenta alla “Polentera”


di Aldo Pasquazzo


STORO. Cinquant’anni di esperienza artigianale ha portato la troticoltura Armanini, situata nella piana di Formigher a sud di Storo, a collezionare ripetuti successi. Ora, in occasione del mezzo secolo di attività, dopo il tanto decantato salmerino e la gamma di affumicati, è la volta dello speck alla trota. Nel prosciutto dalla ricetta inedita, non solo un gusto raffinato ma una infinità di aromi. La confezione, destinata ad invadere più mercati, è confezionata in una pellicola trasparente.

«Mercoledi prossimo, all’agritur “La Polentera” a nord di Cà Rossa, l’ultimo ritrovato della casa sarà esposto e fatto assaggiare ai rappresentanti le maggiori istituzioni di paese”, anticipa il sindaco e presidente di Agri 90 cavaliere Vigilio Giovanelli che aggiunge: «Si tratta di due realtà (la Polentera e la Troticoltura)che assieme all’oro rosso stanno dando buona immagine di Storo», aggiunge con soddisfazione il primo cittadino e referente del mondo contadino.

La produzione di speck sarà inizialmente contenuta considerato che i tempi di lavorazione sono lunghi e richiedono parecchio tempo. Il procedimento, la fase di selezione, il taglio e marinatura naturale, richiede dalle due alle tre settimane di tempo. Poi, ancora un ulteriore passaggio, nelle celle termiche e con l’asciugatura, prima di arrivare a prodotto finito.

«L’idea – tiene a far sapere il patron Olivo Armanini – noi l’abbiamo solo sviluppata considerato che il vero ispiratore è lo chef Claudio Pregl ( più noto come casa Friz) titolare e gestore della Baita Santa Lucia di Bezzecca».

A dire il vero un’ anteprima del loro spek gli Armanini, Olivo ed i figli Francesco, Andrea e Miriam, già l’hanno fatta intravvedere a Trento in occasione dei mercatini di Natale e qualche giorno prima ancora al Wine Festival di Merano, andando per la circostanza a sfidare in casa la concorrenza tirolese.

L’azienda e relative consociate, che nell’insieme danno lavoro ad oltre venti persone, ma che in periodo di stagione aumentano di almeno altre dieci, è nata nel 1963 e al momento conta non solo sulla realtà di Storo, ma anche su ulteriori potenzialità come Biacesa, Tremosine e molto probabilmente tra non molto anche verso il Linfano.

Ma non solo la fondazione Armanini, di cui Andrea è da poco anche il presidente della Cassa Rurale Valsabbia e Paganella, rientra tra i soci fondatori della cooperativa Astro, che nella sede di Gardolo dà lavoro ad una quarantina di persone e dove annualmente vengono conferite e lavorate elevate quantità di pesce.

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