Lancio con la tuta alare: muore a 31 anni 

Tragedia ieri sul Sass Pordoi. Lo sportivo inglese non è riuscito ad aprire la sua vela e si è schiantato contro le rocce di un canalone A dare l’allarme la compagna che si era lanciata prima di lui, preoccupata per il suo ritardo. La salma individuata dall’elisoccorso


Mara Deimichei


Trento. Non è riuscito ad aprire la vela e il suo volo con la tuta alare è finito in tragedia. Ha perso la vita in val di Fassa, contro le rocce di un canalone sotto il Sass Pordoi, Jean Andrè Quemener, britannico di 31 anni che ieri a mezzogiorno si era lanciato assieme alla fidanzata tedesca. È stata lei a dare l’allarme quando si è resa conto che il ritardo dell’atterraggio del suo compagno non poteva essere legato a dei semplici disguidi in fase di decollo. Ed è stato l’equipaggio dell’Aiut Alpin, poi, ad individuare, un’ora dopo, il corpo senza vita dell’uomo in fondo ad un canalone, fra rocce e neve. Inutili i soccorsi: Quemener era morto sul colpo e il suo corpo è stato portato dagli uomini del soccorso alpino del Trentino settentrionale nella camera mortuaria di Canazei.

Il lancio.

Era circa il mezzogiorno di ieri quando i due si stavano preparando per il lancio dal Sass Pordoi. Il posto è uno dei preferiti per gli appassionati di questo sport: il panorama è bellissimo e planare fra le Dolomiti ha un fascino che ha reso nota la località in tutto il mondo. Particolarità che avevano attirato in val di Fassa anche Quemener e la sua compagna. Arrivati alla partenza si sono preparati al lancio. La prima a partire è stata la donna. Quindi è toccato al 31enne. Ma il tragico volo è durato solo pochi secondi. In base alla ricostruzione che è stata fatta c’è stato un problema tecnico. L’uomo avrebbe infatti cercato di attivare la vela che lo avrebbe aiutato il fase di atterraggio ma senza avere la risposta che si aspettava. La vela non si è aperta e l’uomo è precipitato verso il suolo. Senza poter fare nulla per evitare la tragedia, per modificare la traiettoria. Si è schiantato in un canalone e l’impatto con le rocce gli è stato fatale: la morte è stata istantanea come ha poi verificato il medico.

L’allarme.

Ad attendere l’arrivo di Quemener, nella zona del passo Pordoi, la fidanzata tedesca. Che all’inizio non si è preoccupata per l’uomo. Pensava che si fosse lanciato un po’ più tardi. E ha iniziato a raccogliere le sue cose, controllando il cielo alla ricerca della vela del fidanzato. Ma i minuti passavano e di Quemener non c’era traccia. E l’ansia ha iniziato a prendere il posto della felicità per il lancio appena effettuato nel cuore della ragazza. Che ha chiesto aiuto. Erano circa le 13.30 quando la macchina dei soccorsi si è messa in moto.

Le ricerche.

Il coordinatore dell’area operativa del Trentino settentrionale del soccorso alpino ha chiesto quindi l’intervento dell’elicottero dell’Aiut Alpin che ha iniziato il sorvolo della zona fino a quando non è stato notato il corpo dell’uomo. Quindi è stato verricellato il tecnico di elisoccorso, l’equipe medica e la squadra del soccorso alpino. Il medico non ha potuto fare altre che verificare che l’uomo era morto, che per lui non c’era più nulla da fare. Il corpo di Quemener è stato quindi portato a Canazei.

I lutti.

È purtroppo lungo l’elenco di quanti hanno perso la vita durante un lancio dal Sass Pordoi. Il nome più celebre è quello di Mario Richard, 47enne cadanese morto nell’agosto del 2013. Era considerato i re dei lanci: nel aveva collezionati oltre 7 mila in tutto il mondo. Una morte la sua, che era avvenuta davanti alla moglie che si era lanciata prima di lui. Il berlinese Walter Hilscher aveva perso la vita nel febbraio del 2017: ha tradirlo, il vento che lo aveva spinto contro la roccia. Era il 2016, invece, quando, dopo un lancio dal Sass Pordoi, era morto Armin Schmieder. Una morte in diretta Facebook.













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