La domenica di shopping mensile piace ai consumatori trentini

I consumatori plaudono al progetto di aprire i negozi una domenica al mese. «Speriamo che i prezzi si possano abbassare», dice Carlo Biasior del Crtcu. Anche l'Adoc è favorevole. Bolzano all’attacco: «Una scelta scellerata»



TRENTO. Domenica sì, domenica no: dopo i commercianti, i sindacati e gli operatori economici, parlano i consumatori. «Siamo sempre stati favorevoli alle aperture domenicali - ha commentato Carlo Biasior del Centro ricerca e tutela consumatori e utenti di Trento - con l’aumento della concorrenza, infatti, ci si aspetta che i prezzi scendano. Il nostro compito è quello di vigilare perché non crescano in modo pretestuoso». Così pensa anche l’Adoc che per voce di Sergio Groff conferma che in linea di massima i prezzi dovrebbero scendere, quello che però cambierà maggiormente sarà l’aspetto umano e personale di chi dovrà rinunciale alla famiglia, di domenica, per stare al lavoro.
Sul punto è invece scettico un rappresentante della grande distribuzione in città di Trento, l’amministratore delegato di Trony Corrado Detassis. «La nostra azienda non ha mai guardato con favore alle aperture domenicali - ha specificato Detassis - noi stiamo bene così, abbiamo confermato il nostro mercato. Certo è che se tutti i negozianti vorranno alzare le serrande di domenica, lo faremo anche noi. E credo che i nostri dipendenti preferiscano di gran lunga le domeniche libere, piuttosto che lavorare nel festivo per un piccolo vantaggio economico». Lo “straordinario” viene infatti pagato un 30 per cento in più rispetto alla paga della giornata, una cifra che, a conti fatti, per molti non vale il sacrificio. Inoltre, con l’apertura di una domenica al mese i guadagni per i commercianti non saranno così ingenti da concedere nuove assunzioni ma genereranno invece una maggiore turnazione per le aziende con molti dipendenti e la richiesta di maggiori sacrifici per chi invece gestisce l’esercizio a livello familiare.
E contro le domeniche di shopping si pronunciano anche i bolzanini, non certo per paura di un’eventuale concorrenza, ma per via della diversità di vedute. «Una scelta scellerata» è stata definita dal presidente dell’Unione commercio altoatesina, Dado Duzzi, quella di aprire i negozi di domenica. «Così non si aprono le porte a nuovi mercati, né si creano nuove possibilità - spiega l’altoatesino Duzzi - anzi aumenteranno i costi per i commercianti ed è possibile che questo si riversi sui consumatori, con un aggiustamento dei prezzi».
A Bolzano, infatti, fino a qualche anno fa i negozi tenevano chiuso anche di sabato, ora la situazione sta cambiando e circa il 60-70 per cento delle attività tende ad aprire. Chi non si è ancora convinto (per motivi organizzativi) seguirà presto, come spiega Dado Duzzi. Nessuno però ha intenzione di aprire di domenica, a parte le zone turistiche dove le amministrazioni comunali calendarizzano le aperture domenicali stagionali.
Trento, secondo i cugini dell’Alto Adige sta quindi sbagliando, come ha sbagliato poco tempo fa con la liberalizzazione dei saldi: «Si capisce il sistema non ha avuto successo a Trento - ha spiegato ancora Duzzi - anzi, hanno confuso il consumatore. Quello dei saldi è un periodo che i clienti attendono e non c’è bisogno di grandi campagne pubblicitarie. E’ assurdo voler rinunciare a questa possibilità».

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