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In Trentino 69 pluriclassi, la Provincia vuole ridurle

Didattica d’altri tempi: nel 2007 fallì il tentativo di chiuderle, ora la storia si ripete. Ecco dove sono: il record in valle di Fiemme


di Andrea Selva


TRENTO. Un pugno di bambini che non basta nemmeno per organizzare una partitella di calcio, dove gli insegnanti si fanno in quattro per seguire bambini che possono avere età differenti anche di quattro anni, dove i più grandi aiutano i piccoli e la scuola sembra una famiglia allargata. Ecco le pluriclassi che ancora resistono nelle valli trentine (ma anche in alcuni sobborghi della valle dell’Adige), condannate dagli esperti di pedagogia, ma che alcuni insegnanti considerano una soluzione praticabile per la didattica (anche con buoni risultati) dove le distanze fra le comunità (non solo quelle chilometriche) diventano insormontabili per gli allievi più giovani.

In Trentino ce ne sono più di sessanta (dati 2014-2015). Non solo nelle periferie più estreme. Quando l’assessore Tiziano Salvaterra nel 2007 dichiarò guerra aq questo modo antico di fare insegnamento venne respinto con perdite. Sui giornali c’erano titoli come “Non toccateci le pluriclasse, Daiano e Varena pronti alla mobilitazione”. Proprio i paesi che ora dovranno dividersi le scuole: a Daiano la materna, a Varena le scuole elementari, con buona pace degli amministratori e dei cittadini che otto anni fa erano pronti alla mobilitazione.

C’erano le barricate anche in valle di Non, ma ora fa impressione rileggere un titolo pubblicato sul Trentino del 17 febbraio del 2007: «Non toccate la scuola di Masi, una risorsa per la comunità». La comunità ci credeva al tal punto che nel frattempo la scuola è stata rifatta completamente, con un costo di 5,1 milioni di euro. E ora si discute (ancora) se chiuderla o no.

Uno come il consigliere provinciale Graziano Lozzer (che intervistiamo anche nel pezzo principale) festeggia il fatto che la scuoletta di Valfloriana - fra le più piccole del Trentino - resisterà anche se quest’anno gli iscritti sono solamente otto: «Ci ho studiato io. Ci ha studiato mio figlio. Alle medie i ragazzi arrivano preparati. Con una pluriclasse si possono organizzare tanti progetti, aperti alle comunità. La cosa fondamentale è l’impegno degli insegnanti, come quelle che sono venute a salutarmi l’altro giorno, perché in queste scuole c’è una sorta di turn over».

Gli insegnanti. Dicono gli esperti che sono proprio loro (e non gli allievi) a sobbarcarsi le fatiche di una classe dove bisogna insegnare a leggere ai piccoli e la storia d’Italia ai grandi. Se lo chiedete a loro risponderanno che le pluriclassi non solo la soluzione. E la Provincia è d’accordo: la riduzione delle pluriclassi è tra gli obiettivi del piano.

Il piano provinciale dell'offerta formativa per il 2016-2017













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