In 300 alla marcia per chiedere sicurezza 

Forte segnale degli abitanti del centro. Tutto il centrodestra schierato ma sfilano anche i due assessori del Patt e alcuni consiglieri del Pd


di Ubaldo Cordellini


TRENTO. «Sveglia sindaco». In termini moderni, si direbbe che questo è l’hashtag della manifestazione di ieri per la legalità e contro il degrado in centro storico organizzata dal Associazione Rinascita Torre Vanga. L’ha lanciato Stefano Borgognoni, il vicepresidente dell’associazione, ma alla vecchia maniera, con il megafono, quando il corteo, ha fatto sosta sotto un palazzo Geremia con il portone desolatamente chiuso. E sì che erano in tanti alla marcia. Con esponenti di maggioranza e opposizione a dimostrazione che il problema ormai è sentito da tutti. Di sicuro quasi 300, quando il corteo è arrivato in piazza della Portela.

Sono partiti in piazza Mostra e poi via via il serpentone si è ingrossato per le strade della città. C’erano politici, tanti e di tutti i partiti, ma anche normali cittadini e anche il parroco di Santa Maria Maggiore don Andrea Decarli che spiegava: «Io sto con la mia gente». E le persone sono scese in strada per dire che non ne possono più. «Non ne possiamo più di gente che vende droga ai ragazzini sotto le nostre finestre, che orina sulle nostre porte, che ruba le biciclette», dice Borgognoni. Il presidente dell’associazione, Franco Dapor, aggiunge che l’amarezza è aumentata dall’apparente inerzia delle forze dell’ordine e del sistema giudiziario: «Molti degli spacciatori arrestati nei giorni scorsi dai carabinieri sono sulla piazza da anni e sono clandestini. Ci chiediamo come sia possibile che possano delinquere così a lungo e così alla luce del sole. E’ un grandissimo problema da troppo tempo sottovalutato». Una domanda che è stata raccolta dai molti esponenti politici e dell’amministrazione. C’era una nutrita rappresentanza del Pd con Elisabetta Bozzarelli (con marito e figli), Paolo Serra e Michele Brugnara che in coro hanno detto: «Anche l Pd sta dalla parte della sicurezza». Ma la loro presenza è stata contestata da Antonio Coradello e da Rodolfo Borga della Civica che li accusavano di ipocrisia: «Partito di lotta e di governo». Risaltava anche la presenza degli esponenti del Patt: gli assessori Roberto Stanchina e Tiziano Uez e il capogruppo Alberto Pattini. Con Stanchina che sottolineava: «Era doveroso esserci. Il Comune doveva essere presente a una manifestazione di cittadini». C’erano i due parlamentari di Trento: il senatore Andrea de Bertoldi e la deputata Giulia Zanotelli, il consigliere Walter Kaswalder, ma anche gran parte del gruppo della Lega in Consiglio comunale con Vittorio Bridi, Claudia Postal, Gianni Festini Brosa e Devid Moranduzzo e Forza Italia con Christian Zanetti. In doppia veste, di consigliere comunale e di ex residente del quartiere, c’era anche Andrea Maschio dei 5 Stelle: «Il problema c’è da tanti anni e non si fa abbastanza».

I cartelli e gli striscioni insistevano proprio su questo punto. Su uno c’era scritto a caratteri cubitali recitava: «Sicurezza: un nostro diritto e un vostro dovere». Questo vogliono gli abitanti del centro. Vogliono tornare a casa senza aver paura, senza che qualcuno venda droga a ragazzini, senza che qualcuno gli tiri addosso delle bottiglie o li prenda a male parole.

Lo hanno ribadito con gli slogan gridati al megafono. Oltre al sindaco l’interlocutore scelto è stato il questore: «Forza questore ridacci il buonumore», urlavano più con speranza con rabbia. Del resto i racconti di episodi più o meno brutti si rincorrevano a dipingere un quadro fatto di esasperazione . «Basta parlare di microcriminalità, le strade sono in mano a bande organizzate. Questa è criminalità bella e buona. Non ne possiamo più - sintetizzava Dapor - adesso lavorino tutti, di destra e di sinistra e di centro. Sono sei anni che aspettiamo». Lo stesso Uez, che siede in giunta, riconosceva: «Dobbiamo provare a fare qualcosa. Qui c’è tanta gente e questo dimostra che c’è molto disagio». Pattini rincarava la dose: «Dobbiamo far intervenire gli alpini della Julia. Questa è la soluzione». Poi il corteo è arrivato in piazza della Portela e Borgognoni ha gridato: «Questa è stata definita la piazza delle percezioni. Altro che percezioni, qui ci sono gli spacciatori, ma devono sapere che noi siamo più di loro». Con la speranza che ora cambi qualcosa e che l’eco della marcia non si perda presto nel vuoto.













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