Imu, allarme per enti ed emigrati

La Fondazione Crosina: balzo da 40 a 200 mila euro. Trentini nel mondo: prima casa quella degli avi


di Luca Marognoli


TRENTO. Mancano dieci giorni. Più che per la discesa in campo della nazionale, gli italiani stanno facendo il conto alla rovescia per l’«Imu day», fissato per il 18 giugno, quando scadrà il termine per il pagamento della prima tranche della nuova tassa sugli immobili. E mentre a livello nazionale la Lega Nord chiede a gran voce una proroga di almeno un mese che permetta di evitare la concomitanza con il versamento dell’Irpef, si aprono due “fronti Imu” anche in Trentino. Il primo riguarda gli enti che offrono alloggi a persone in difficoltà, costretti a un imprevisto salasso, il secondo i trentini emigrati all’estero che hanno mantenuto immobili nei paesi d’origine e vorrebbero godere delle detrazioni per la prima casa. A lanciare l’allarme Claudio Tasini, presidente della Fondazione Crosina Sartori Cloch, il cui patrimonio immobiliare consta di 285 alloggi, spesso mini-appartamenti destinati a persone separate o single. «Per un ente come il nostro quella dell'Imu è stata una brutta sberla: dai primi calcoli effettuati, pagheremo 200 mila euro, contro i 40 mila dell'anno scorso».

All’aggiornamento dei valori catastali si è aggiunta l’eliminazione dell’abbattimento di cui beneficiavano i contratti agevolati. Risultato: l’introito per le casse della fondazione sono praticamente dimezzati. «Per un monolocale in cui la quota di affitto si aggira sui 100 euro al mese più altri 90 di spese condominiali, ci troviamo a pagare ora 300 euro di Imu l’anno, ma poi ci dobbiamo mettere anche l’Irpef». A tutti gli ospiti viene praticato il canone agevolato di partenza, e oltre a ciò il Comune, tramite la commissione case, segnala dei casi che godono di un’ulteriore riduzione fino al 40% in base al reddito (ci sono 8 fasce), e di 15 euro al mese per ogni figlio minorenni. «Abbiamo sentito il Comune - continua Tasini - ma per quest'anno non si riesce a fare niente. Se la situazione non cambia, però, dovremo rivedere gli sconti, che ora ammontano a 300 mila euro: è necessario per noi conservare un po' di reddito per gli interventi di manutenzione. Noi di contributi non ne abbiamo...». Situazione analoga alla casa di riposo di Rovereto, che ha in gestione una cinquantina di alloggi per casi di emergenza, da offrire a persone colpite da sfratto senza morosità, che vivono in condizioni non igieniche o hanno perso la casa per incendio. Il direttore Massimiliano Colombo sembra però ottimista: «Secondo noi sussistono i requisiti, sia soggettivi che oggettivi, per avere l'esenzione. Siamo un ente pubblico che svolge un'attività di housing sociale nell'ambito della nostra attività istituzionale. Il Comune sta valutando il caso: sembrava possibilista ma non si è ancora pronunciato. Intanto anticipiamo la prima rata».

La questione emigrati è seguita direttamente dalla Trentini nel mondo. «Abbiamo sollecitato il Consorzio dei Comuni perché emettesse una circolare invitando le amministrazioni a considerare i molti alloggi che i nostri soci hanno ancora in provincia come prima casa - dice il presidente Alberto Tafner - e pubblicheremo le indicazioni necessarie sul nostro giornalino e sul sito internet. Un orientamento del governo va in questo senso».

Marino Simoni, presidente del Consorzio, conferma tutto, ma è più cauto: «Noi abbiamo dato questa interpretazione ma esistono ancora diversi dubbi e stiamo lavorando con l’Anci perché vengano apportati dei correttivi. L’Imu è una patrimoniale mascherata, quindi lo spazio dell'ente locale è vicino allo zero. C'è sempre il rischio che qualcuno faccia delle contestazioni e che alla fine debba risponderne il responsabile del procedimento, cosa che non riteniamo sarebbe giusta».

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