esercizi pubblici

Il bar Groff è Bottega storica trentina. La titolare: “Dai camionisti ai consiglieri, sempre aperti per tutti”

L’assessora Baggia ha consegnato il riconoscimento a Roberta Trentini (foto Comune Tn)



TRENTO. Oggi è stato consegnato dall’assessora allo Sviluppo economico Monica Baggia il riconoscimento di “Bottega storica trentina” al Bar Groff, ora ufficialmente iscritto all’albo provinciale delle botteghe storiche.

Era presente la titolare del noto locale Roberta Trentini che ha ricevuto il meritato riconoscimento riservato alle attività commerciali, di pubblico esercizio e artigianali avviate da più di 50 anni. La domanda va presentata al servizio Sviluppo economico.

Era stata infatti rilasciata nel 1955 la licenza per l’apertura dell’esercizio commerciale al primo proprietario: tutta la documentazione storica sulle origini dell’attività è stata riportata su un tabellone affisso a una parete del locale che fin dal suo avvio si trova nella stessa sede, via della Madonna Bianca 114, e non ha mai cambiato nome.

La titolare: “La nostra storia. Mio nonno un punto di riferimento”

Il Bar Groff apre ufficialmente nel 1954 per volere di Groff Luigi, accompagnato in questa avventura dalla moglie Annunziata Modena e dalla sorella Lina Groff. Da rilevare la lungimiranza di Luigi Groff che ha realizzato la casa assieme al fratello Lino in una zona strategica, porta d’accesso e d’uscita della città, con un’ampia zona parcheggio, tanto è che ancora oggi succede non di rado che alcuni nonnini si fermano al locale raccontando di essere ex camionisti che sostavano presso di noi per rifocillarsi e scambiare due parole. Il Bar Groff infatti era sempre aperto, e a qualsiasi ora c’era la disponibilità di accontentare il cliente con un servizio di cibo e bevande oltre che di sali e tabacchi. Anche giornalisti e politici di vecchia data mi raccontano che era impossibile andare a dormire al termine del lavoro o dopo una seduta di Consiglio senza passare a bere al Groff il “bicchiere della staffa”. Dal 1954 Luigi Groff ha gestito il locale con la sua famiglia, insegnando ai figli il valore dell’accoglienza. Mio nonno che non aveva nessuna esperienza in questo settore, grazie al suo viaggiare prima di aprire il locale, ha maturato un grande senso di accoglienza, una vera e propria apertura mentale per fare ciò che ha poi fatto in tutta la sua vita. Dopo che i suoi figli hanno costruito le loro famiglie e se ne sono andati per le proprie strade, a metà degli anni ’80 mia madre con tutta la famiglia “Trentini” è tornata, insieme a mio papà, a pieno ritmo ad aiutare i nonni nella gestione del locale. Il tempo passa, genitori Jone e Vittorio e figli, Roberta, Paolo e Claudia rientrano nel ritmo del locale rinsaldando la gestione familiare dell’azienda, fino al 2007 quando Roberta Trentini ne prese ufficialmente le redini.

E’ per me il nome “Bar Groff” è strettamente legato alla figura di mio nonno. Ancora oggi ho l’impressione di vederlo girare tra le sale o la sera quando faccio chiusura mi sembra venga a darmi una pacca sulle spalle. E’ sempre stato un riferimento per me in questi anni difficili in tutti quei momenti in cui avrei voluto mollare e la fatica mi diceva che non ne valeva la pena. Ma ho sempre avuto la sensazione che mollare avrebbe significato fare un torto, proprio a lui, mio nonno. A tavola mi diceva di sedermi vicino a lui perché ero la “peggior nipote che lui avesse”. Infatti era l’unica della parte femminile della famiglia che osava imporre le proprie opinoni con lui. Sono convinta che mio nonno ha potuto fare quello che ha fatto perché aveva al fianco una grande moglie che lo ha sempre supportato anche nei momenti difficili. Mentre mio nonno si occupava delle pubbliche relazioni aveva al fianco una donna mite e lavoratrice che lo ha sempre seguito in ogni decisione. Donna apparentemente schiva e riservata, ma che a me ha trasmesso grande forza e tenacia. Voglio anche ricordare la figura di mia zia Lina, sorella di Luigi, donna sbrigativa abituata a lavorare senza fare troppe domande, che ha riversato il suo amore su noi nipoti. Anello di congiunzione tra il nonno Luigi e Roberta Trentini è stata la gestione di mamma Jone. Colei che assieme a papà Vittorio Trentini ha avuto il coraggio di ristrutturare il locale nonostante il nonno continuasse a dire che non ce n’era bisogno dopo ben 40 anni dalla posa del suo primo bancone. Negli anni ’90 su volere di mio papà abbiamo iniziato ad usare la mortadella di 120 kg come molti possono ricordare e che abbiamo voluto riproporre durante il concerto di Vasco Rossi, nel maggio di due anni fa suscitando l’entusiasmo di molti nostalgici. Il riconoscimento a Bottega storica, ritengo sia soprattutto un omaggio a tutti coloro che hanno contribuito nel corso degli anni a rendere il mio locale quello che ognuno può apprezzare oggi ogni giorno al mattino alle 6, fino a sera. Io, da più di 20 anni, in un’epoca di grande cambiamento nel mondo della ristorazione, in una zona urbanisticamente trasformata con nuove palazzine e attività commerciali, cerco di portare avanti con il massimo di umiltà quello che mi hanno insegnato. Il Bar Groff col passare delle generazioni, si riconferma un luogo di incontro dove le persone possono trovarsi, per bere o mangiare; ma soprattutto per scambiare due chiacchere in un luogo sereno. Roberta Trentini, Bar Groff.













Scuola & Ricerca

In primo piano

Elezioni

Europee: Sara Ferrari per il Pd, Paccher per la Lega

I Dem scelgono la deputata per la corsa a Bruxelles:  «Voto fondamentale per frenare i nazionalismi». Il presidente del consiglio regionale: «Ringrazio il partito. Porterò avanti i temi legati alla montagna»