niente vigilanza

I nonni vigili? Senza soldi hanno tagliato la corda

L’Istituto Comenius di Cognola al Comune: «Ridateceli». Ma la legge proibisce di pagare i pensionati e sono spariti; assenti anche le associazioni di volontariato


di Luca Marognoli


TRENTO. “Mamma, ho perso il nonno vigile”. Ci si potrebbe ridere su se la questione non fosse terribilmente seria, per le ricadute sulla sicurezza degli studenti, soprattutto dei più piccoli. Stiamo parlando dell’“estinzione” o, se preferite, della “grande fuga” di quei pensionati che, fino all’anno scorso, vedevamo numerosi - con la loro casacca catarifrangente - in corrispondenza degli attraversamenti pedonali vicino alle scuole, negli orari di ingresso e uscita degli alunni. Figure meritevoli di gratitudine da parte della collettività e in grado spesso di attirarne anche la simpatia, per l’importanza del servizio fornito. Il fatto è che le loro prestazioni erano remunerate, non certo con grosse somme ma con 10 euro a presenza (cumulabili in un giorno) che servivano ad arrotondare, e ora che la legge nazionale ha stabilito che i pensionati non possono assumere incarichi di collaborazione organizzata retribuiti dalla pubblica amministrazione, si sono eclissati. Spariti da una stagione all’altra: erano 20-30 - dicono in Comune - e non ne è rimasto uno.

La “tegola” è caduta sulla testa del sindaco, e del comandante della polizia locale, proprio nell’estate scorsa, quando Palazzo Thun stava organizzando il servizio e i turni per l’anno scolastico successivo.

I nonni vigili, presi in contropiede dalla nuova normativa, ci hanno messo poco a decidere che - senza pigliare neppure un euro - tanto valeva allora appendere la casacca al chiodo. Va bene sentirsi utili, va bene essere considerati simpatici, ma gratis è meglio restarsene a casa o andare a farsi una passeggiata.

La conseguenza di questo “ammutinamento” di massa si è misurata l’anno scolastico successivo, cioè quello corrente. Preoccupazione dei genitori, lamentele e, recentemente, anche un incidente stradale che ha visto coinvolto un bambino di 9 anni dell’Istituto Comenius di Cognola, investito da un’auto mentre stava andando a scuola. Si è “solo” rotto una gamba, per fortuna, ma poteva andare peggio. L’episodio ha inasprito la protesta dei genitori, che già da tempo lamentavano pubblicamente il malcostume pericolo di chi accompagnava i propri figli fin sulla porta dell’istituto, incurante del fatto che la rotatoria antistante è riservata agli scuolabus. Ieri al “Trentino” è arrivata una lettera in cui tutto il personale del Comenius «esprime la propria vicinanza ai genitori che con la loro azione stanno palesando un problema reale e tangibile». Ma la tutela della sicurezza dei bambini - continua la lettera - non può essere delegata ai pur volenterosi genitori e docenti. Servono «l’intervento dei vigili o il ripristino di azioni di volontariato come quella avviata in passato con i nonni vigili».

Alla polizia locale precisano che il luogo dell’incidente non era mai stato assegnato ai nonni vigili. Quanto al presidio fuori dalle scuole, i vigili intervengono - nell’ambito del possibile - presso i numerosi istituti comunali. In altre parole: si fa quel che si può, con le risorse che si hanno. Il servizio svolto prima dai nonni vigili può essere prestato a titolo volontaristico, ma le associazioni contattate non hanno finora dato risposta. C’è un’altra strada percorribile: ricorrere ai disoccupati, che - a differenza dei pensionati - si possono pagare. «Stiamo facendo delle valutazioni - spiega Giacomoni - ma queste persone devono garantire una continuità di servizio». La speranza è che una soluzione si trovi. L’anno scolastico è già quasi agli sgoccioli.













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