Guardie mediche, è scontro sindacale 

Fugatti accusa: «Vogliamo riaprire gli ambulatori, ma la Cisl medici ce lo impedisce». Bloccati Tesino, Ledro, Piné e Cembra



TRENTO. «Cari sindaci e cittadini delle vallate trentine, vogliate scusarci se ancora non siamo riusciti a riportare le guardie mediche nei vostri territori, ma la colpa è tutta di un solo sindacato, la Cisl medici, che in modo inaccettabile si è messa di traverso nel corso di una trattativa sindacale». Ecco il messaggio lanciato ieri pomeriggio dal governatore Maurizio Fugatti dopo che in mattinata era fallito un tentativo di accordo con il sindacato guidato da Nicola Paoli. E se pensate che sia un banale scontro tra le parti, sappiate che per porgere le sue scuse (accusando nel contempo Paoli) Fugatti ha portato nella sala stampa della Provincia anche l’assessora alla sanità Stefania Segnana, il vice presidente Mario Tonina, l’assessora Giulia Zanotelli, il dirigente dell’assessorato alla salute Michele Bardino, oltre al direttore generale dell’azienda sanitaria Paolo Bordon e al direttore generale della Provincia, Paolo Nicoletti.

È stata l’assessora Segnana a entrare nel merito della questione: «Nel progetto di riportare i medici di guardia sul territorio si è inserita la trattativa in corso sui medici di base e la situazione si è bloccata. Abbiamo chiesto alla Cisl medici di mantenere separati i due piani, ma niente da fare: abbiamo trovato un muro. Pare incomprensibile che la Cisl medici (che ovviamente su questo non è d’accordo, come riferiamo a parte, ndr) provochi danno ai medici, impedendo nuove assunzioni, ma anche ai cittadini, bloccando il ritorno di servizi sanitari sul territorio».

La vicenda è tutto sommato semplice, come ha riassunto Bordon: per riportare i medici di guardia sul territorio serve un accordo sindacale e la Cisl (che è sindacato maggioritario) non vuole firmare. Almeno se non si risolve anche la questione dei medici di base che ha portato allo sciopero di fine gennaio. Un riccato (così l’ha definito Bordon) che Fugatti ha ritenuto inaccettabile, tanto da informare anche la Cisl provinciale di questo scontro istituzionale. Anche il vice presidente Tonina ha voluto intervenire personalmente: «Abbiamo richieste pressanti dai territori per riavere i servizi che erano stati tolti la scorsa legislatura e non è possibile che uno scontro sindacale blocchi un programma politico». Intanto il comitato che deve dirimere la questione si troverà la prossima settimana per vedere se tirerà un’aria diversa.

L’obiettivo della giunta provinciale è quello di tenere fede al programma e riportare i medici di base in Tesino e in valle di Ledro (per questo serviranno 16 medici di guardia) per poi procedere in un secondo momento sull’Altopiano di Piné e in valle di Cembra. Per il primo passaggio è previsto che i medici da 108 diventino 124, recuperando quasi metà dell’organico cancellato dall’ex giunta.

E le inefficienze lamentate dall’ex governo provinciale, relative al fatto che molti di questi medici ricevevano in realtà poche chiamate risultando di fatto praticamente inattivi? «Questo non è un problema di costi - ha detto Fugatti - ma di servizi. E non possiamo ignorare le richieste dei territori che per di più sono state inserite nel nostro programma in modo che i cittadini del Tesino non debbano più raggiungere Borgo per trovare un medico, come quelli di Piné, Ledro e Cembra» ha tagliato corto il governatore, sottolineando che alla base dell’ostruzionismo del sindacato guidato da Nicola Paoli ci sarebbero ragioni personali o addirittura frivole. (a.s.)













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