La commemorazione

Giorno del ricordo, tensione con gli animalisti a Trento. Cori contro Fugatti interrompono la cerimonia

Ma il governatore non c'era. Il sindaco Ianeselli: «Rendere giustizia alle vittime e pacificare il ricordo, la memoria rende più liberi». Consegnata la medaglia alla memoria di Aldo Rensi, vittima delle milizie di Tito

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TRENTO. La cerimonia ufficiale per il Giorno del ricordo, a Trento, è iniziata in Largo Pigarelli, con la deposizione di una corona sulla targa commemorativa dell'esodo giuliano-dalmata e delle vittime delle foibe. Erano presenti le autorità e una rappresentanza degli esuli giuliano-fiumano-dalmati.

Durante la deposizione della corona commemorativa però, si è verificato un momento di tensione: dal corteo degli animalisti (bloccato dalle forze dell’ordine in tenuta anti-sommossa), sono arrivati cori contro il presidente della Provincia Maurizio Fugatti. Gli animalisti pensavano vi fosse anche il governatore, che invece era assente (aveva partecipato alla cerimonia di Rovereto in mattinata). I cori sono durati poco, ma sufficientemente per destare sconcerto. Il sindaco di Trento Franco Ianeselli: «Stiamo ricordando i morti trucidati, esuli e sofferenze enormi. Data la commemorazione avrebbero dovuto spostarsi. È stato un segno di incuranza, sarebbero bastati pochi minuti di silenzio e rispetto». 

Poco dopo, nella sala di rappresentanza di palazzo Geremia si è tenuta la cerimonia istituzionale, durante la quale sono intervenuti il sindaco di Trento Franco Ianeselli, l'assessore provinciale Achille Spinelli, il vicario del prefetto Massimo Di Donato, il presidente del comitato provinciale di Trento dell'Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia Roberto De Bernardis e la ricercatrice Fondazione Museo storico Elena Tonezzer.

Tullio Rensi e Marco Rossi hanno ricevuto la medaglia concessa dal presidente della Repubblica alla memoria del padre e del nonno Aldo Rensi, che il 15 maggio del 1944 fu prelevato dalla sua casa di Pedena, in Istria, dalle milizie di Tito per poi sparire nel nulla: secondo alcune voci sarebbe stato gettato nella foiba di Vines, secondo altre ucciso con una fucilata alle spalle e poi sepolto.

 "Abbandonate le posizioni aprioristiche che ci impediscono di vedere e di spiegare la realtà, forse potremo aumentare il nostro grado di comprensione, rendere giustizia alle vittime, pacificare il ricordo e insieme la nostra quotidianità. Solo così la memoria potrà diventare non uno sterile, infinito duello tra due tesi contrapposte, ma una ricerca di senso capace di entrare in relazione con quanto stiamo vivendo. Una memoria che salva, che ci rende più liberi e migliori", ha commentato il sindaco di Trento Franco Ianeselli. "Faremo di tutto - ha detto invece l'assessore Achille Spinelli - per promuovere una conoscenza adeguata. Per risarcire con la solidarietà e la vicinanza delle istituzioni coloro che hanno subito violenze e privazioni. Per garantire che non sia solo nel Giorno del ricordo l'occasione per dedicare attenzione a questo tema, considerandolo cruciale per la nostra storia nazionale e per quella europea".













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