IL CASO

Gender, il libro tanto contestato resta nelle classi con l'ok dei genitori

Dopo le polemiche sul testo «Extraterrestre alla pari», incontro nella giornata di ieri tra la dirigente delle scuole Schmid e i genitori degli alunni di quarta 



TRENTO. Il libro dello «scandalo» rimane nelle classi con il benestare di tutti i genitori. Ad essere onesti «Extraterrestre alla pari» - additato dall’assessora alle pari opportunità Stefania Segnana come testo pericolosamente dedicato alla teoria del gender - non è mai stato tolto dalle cartelle degli studenti delle scuole Schmid di Trento che hanno continuato a leggerlo anche in questi giorni.

E ad essere ancora più precisi - al di là degli interventi sulla stampa - l’assessora non ha mai nemmeno fornito alcuna indicazione alla dirigente Paola Pasqualin di sospendere la lettura di quel libro.

E quindi? Quindi sembra che ci troviamo nella classica tempesta in un bicchier d’acqua. Tanto rumore per nulla, ma alla fine a rimetterci è stata la serenità delle maestre della scuola, dopo che un anonimo genitore aveva segnalato il testo alla giunta, innescando la presa di posizione della stessa assessora.

Ieri pomeriggio, 17 gennaio, la dirigente ha voluto incontrare i genitori dei bambini delle quarte elementari coinvolte nella lettura del libro per spiegare come stanno le cose. Una trentina di mamme e un paio di papà hanno ascoltato la preside spiegare che «il libro di Bianca Pitzorno, uscito nel 1979, non rientra tra quelli dei percorsi didattici sospesi dalla giunta. Si tratta di un testo concordato nei consigli di classe, approvato dai rappresentanti dei genitori e regalato ai bambini come dono di Santa Lucia. Un libro che non parla di gender e men che meno di educazione sessuale, ma affronta il tema dei pregiudizi e degli stereotipi di genere, che condizionano la crescita dei bambini e che hanno conseguenze sulla loro vita». Un libro sulle pari opportunità, insomma, che insegna non che se sei maschio o sei femmina è la stessa cosa, ma che - al di là del nostro genere di appartenenza - dobbiamo essere liberi di fare ciò che vogliamo. Concetto assai chiaro ai bambini delle Schmid, di cui non si ha notizia di crisi di identità sessuale o di particolari richieste di spiegazioni a mamme e papà. Ai genitori, la dirigente ha anche spiegato di aver scritto all’assessore all’istruzione Bisesti per fornire ogni informazione necessaria, ma - finora - senza ricevere risposta.













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