economia

Fusione tra le Rurali di Trento e Aldeno: si pensa all’esodo

La nuova banca avrebbe 330 dipendenti. Per ridurre i costi si prepara un progetto per ridurli tramite incentivi



TRENTO. Una marcia quasi obbligata, ma anche lunga e faticosa. La fusione tra la Cassa Rurale di Trento e quella di Aldeno si presenta come un’impresa per i vertici dei due istituti di credito. I due presidenti, Giorgio Fracalossi per Trento e Luigi Baldo per Aldeno, hanno firmato all’inizio di ottobre il protocollo che ha dato il via ufficialmente al progetto di fusione. La parola finale dovrà essere data dalle assemblee dei soci convocate per decidere sulla fusione nella primavera 2016. Ora, però, questo progetto deve essere riempito nella pratica. La Rurale di Trento ha 220 dipendenti e ha chiuso il 2014 con un utile di 2,6 milioni di euro dopo aver accantonato 22,6 milioni di euro.

Una situazione di salute anche se necessita sempre di oculatezza. Tutt’altro discorso per la Rurale di Aldeno che ha 100 dipendenti e ha chiuso il 2014 con perdite per 5,8 milioni dopo rettifiche per 25 milioni di euro. Baldo e Fracalossi hanno spiegato che la fusione è un’opportunità di crescita e non un’operazione di salvataggio. Intanto, però, la nuova Rurale che nascerà dalla fusione dovrà fare molta attenzione a non partire troppo pesante. La nuova casa avrebbe 37 sportelli e 330 dipendenti. Decisamente troppi per un territorio tutto sommato circoscritto. Per questo nell’ambito del progetto di fusione si stanno già facendo i conti.

E’ chiaro che alcuni sportelli, quelli che si sovrappongono per territorio, dovranno essere razionalizzati. Si parla di una riduzione di alcuni sportelli troppo vicini. Di conseguenza anche il personale dovrà essere ridotto. Si percorrerà la strada indolore dell’esodo volontario e incentivato, come già del resto accaduto in passato. I tecnici sono già al lavoro per verificare quanti dipendenti possono essere interessati a una soluzione del genere.

Di questi tempi, è ovvio che gli interessati sono soprattutto quelli più vicini alla pensione. A conti fatti sono una cinquantina. Per l’esodo, la nuova Cassa dovrà spendere risorse importanti, ma la volontà è quella di procedere senza strappi all’insegna dello spirito che ha sempre contraddistinto la cooperazione, anche e soprattutto in ambito bancario. Quindi, l’esodo sarà solo volontario. I costi saranno anche consistenti, ma alla fine la Rurale sarà asciugata e in grado di reggere le sfide del futuro con una base sociale di 17.800 soci, 2,6 miliardi di raccolta complessiva e 1,5 di crediti.













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