Finanziaria, il rebus delle tasse

In attesa dell'Ici, nessuno vuole l'Isco. E c'è chi chiede l'imposta di soggiorno


Chiara Bert


TRENTO. L'Isco, pensata soprattutto per il Comune di Trento che ora però punta i piedi e non la vuole, potrebbe non vedere mai la luce. Non ci sarà la tassa di soggiorno, pure richiesta da Consorzio dei Comuni e Uil. La Cgil vorrebbe togliere la possibilità di aumentare le tariffe dei servizi in corso d'anno. E la Cisl si scaglia contro la «tassa sulla salute» per gli utenti delle Rsa. In attesa che il governo Monti reintroduca l'Ici sulla prima casa, è questo il rebus delle tasse di cui si discute in vista dell'approdo in aula della finanziaria provinciale. Difficile capire se le novità annunciate dal nuovo premier sull'Ici saranno approvate dal parlamento in tempi così rapidi da anticipare la manovra della Provincia.

Dal ripristino dell'Ici i Comuni trentini incasserebbero circa 12 milioni di euro l'anno, di cui 2 milioni solo nel Comune di Trento. Ma è possibile che questo avvenga solo tra un anno. E nel frattempo? Isco. Il presidente Dellai ha confermato venerdì che l'Isco nella manovra ci sarà, resa flessibile in modo che i Comuni possano agire con esenzioni e aliquote differenziate. Stoppata l'addizionale Irpef, l'imposta sui servizi (calcolata sulla rendita catastale degli immobili) sembrava la via messa a disposizione dei Comuni per fare cassa. Ma - a sorpresa - l'Isco rischia di restare inapplicata.

Non piace per nulla al Consorzio dei Comuni, che ha detto chiaro e tondo che va modificata. E lo stesso ha chiede con forza la Cgil: forme di detrazione per la prima casa e per gli inquilini, esenzioni per le famiglie a basso reddito. Contrarie anche Cisl e Uil. Di più: il Comune di Trento, che sembrava il primo interessato e fino all'altro giorno diceva di non poterne fare a meno, ora sembra intenzionato a rinunciarvi: piuttosto che partire con una misura che non convince, verosimilmente per un solo anno visto che tornerà l'Ici, meglio non metterla proprio, è il ragionamento a palazzo Thun.

Tassa di soggiorno. In questo caso è il Consorzio dei Comuni a chiedere che si approfondisca ancora, prima di rinunciare a questa fonte di gettito. E la Uil rilancia una reale tassa sul turismo, immaginando di versare una parte degli introiti all'ente bilaterale del turismo. Ma Dellai è stato categorico: non se ne parla, «è un obolo che non serve, bisogna anzi andare verso una semplificazione impositiva». «Tassa sulla salute». È la Cisl a bollare così la previsione della Provincia di aumentare la retta delle Rsa per finanziare l'assegno di cura ai non autosufficienti, chiedendo agli utenti una compartecipazione anche ai costi sanitari.

Irap, tariffe, Rc auto. Sempre sul versante fiscale, la Cgil avanza invece alcune proposte: eliminare la possibilità di aumentare le tariffe dei servizi pubblici nel corso dell'esercizio finanziario, che «farebbe ricadere sui cittadini tutti gli aumenti dei costi senza incentivare i gestori a migliorare l'efficienza»; deducibilità dall'Irap del salario di produttività (introdotto dalla legge di stabilità appena approvata dal parlamento) in modo da premiare i contratti integrativi; infine limitare (dal 3 al 2%) la riduzione dell'aliquota Rc auto, e destinare il gettito alle detrazioni Icef in caso di lavoro femminile o di entrambi i genitori.













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