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Evade per salvare il cane, assolto

Il pitbull dell’amica azzannò una cagnetta e lui violò i domiciliari. Il giudice: stato di necessità



TRENTO. Evadere dai domiciliari si può, o comunque è “tollerato”, se si interviene per salvare una cagnetta dall’aggressione di un pitbull che la sta addentando a morte. È accaduto a Trento più di un anno fa, ma ieri mattina il giudice Giuseppe De Donato ha dichiarato l’imputato non punibile, riconoscendogli l’esimente dello “stato di necessità”.

L’uomo, un nordafricano di 28 anni difeso dall’avvocata Ingrid Avancini, era ristretto ai domiciliari con facoltà di allontanarsi da casa solo dalle 9 alle 11 del mattino, sulla base di un provvedimento emesso dal giudice di sorveglianza 2 mesi e mezzo prima.

La vicenda risale al 17 dicembre 2015: è il primo pomeriggio quando una donna porta la sua cagnolina maltese al parco di Gardolo, accompagnata da un amico. Una passeggiata interrotta bruscamente dall’arrivo di un cane di media taglia, che corre in direzione della coppia. L’animale, un pitbull, si scaglia contro la cagnetta e l’azzanna al collo, senza dare il tempo ai due signori di evitare l’aggressione. La padrona cerca di sottrarla alla morsa tirando il guinzaglio, invano. Una situazione angosciante, perché il pitbull non molla la presa e frapporsi per allontanarlo comporta il rischio, concreto, di essere a propria volta addentati.

A risolvere la situazione arriva uno sconosciuto, che richiama a gran voce il pitbull. Il quadrupede sembra non sentirlo, insiste nel mordere la maltese e allora l’uomo interviene usando le maniere forti: secondo quanto raccontato dai testimoni, dà dei forti pugni sulla testa del cane di media taglia e cerca in ogni modo di farlo desistere dal suo attacco. A un certo punto interviene anche la padrona, che infila le mani nella bocca serrata del pitbull stringendogli la mandibola, finché quello non apre la bocca. L’amico della donna si fa avanti per sostenere la cagnolina gravemente ferita, ma il pitbull lo azzanna alla mano staccandogli un’unghia.

La coppia fugge , correndo a più non posso, mentre il padrone del pitbull riesce finalmente a trattenere l’animale aggressore. Subito la maltese viene portata dal veterinario di fiducia, dove viene operata: se la cava con 25 punti e una zampa compromessa. Il signore invece finisce al pronto soccorso del Santa Chiara, dove viene curato e dimesso con una prognosi di un paio di settimane.

Dopo l’emergenza delle cure, la coppia cerca di risalire all’uomo intervenuto. Ci riesce, non senza una certa fatica: il 28enne, incontrato per caso per strada e poi raggiunto sotto casa, afferma che il cane è di proprietà di un’amica; ammette però di averlo portato fuori lui per fare i bisogni senza premunirsi di legarlo al guinzaglio. Finisce nei guai perché l’amico della padrona ha sporto querela e viene identificato: si scopre così che a quell’ora avrebbe dovuto restare nella sua abitazione. Viene accusato di evasione dai domiciliari.

Ieri il colpo di scena in tribunale: mentre la pm chiede la condanna dell’imputato, la difesa invoca l’assoluzione, sostenendo che il nordafricano avrebbe agito in stato di necessità. Il giudice, che appare inizialmente perplesso, si convince che non si tratta di una scusa e dichiara la non punibilità dell’uomo.(l.m.)













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