«Deborah non voleva salire su quell’aereo»

La sciagura della Marmolada. Sotto choc gli amici d’infanzia della giovane volontaria della Croce bianca. A Bolzano: «Ha fatto con noi l’ultimo turno. Era una ragazza speciale»


di Susanna Petrone


NOVA PONENTE. Deborah Mair su quell’aereo non ci voleva salire. Aveva paura. Ma alla fine ha prevalso la curiosità e la voglia di vivere una nuova esperienza e ha accettato di fare quel giretto sopra la Marmolada a bordo di un Cessna 172. A convincerla è stato proprio Peter Brunner, il pilota, al quale la giovane volontaria della Croce bianca era molto legata. Non poteva sapere che non avrebbe mai più rivisto i suoi genitori, suo fratelli, gli amici di una vita intera. Deborah non poteva sapere che non avrebbe mai più indossato la tuta da soccorritrice. Non poteva sapere che stava andando incontro al proprio destino.

II paese in lutto. Sono le 10.30 e la piazza principale di Nova Ponente si riempie, è appena finita la messa della domenica nelle chiesetta del paese. Durante la liturgia la sono state ricordate le quattro vittime di sabato pomeriggio: Deborah Mair, 24 anni, Harald Ebnicher, 34 anni, Peter Brunner, 27 anni e Stefan Mahlknecht, 48 anni. Gli abitanti di Nova Ponente sono sconvolti. Qui tutti si conoscono, i rapporti tra le famiglie sono molto stretti.

Al bar una delle cameriere scoppia a piangere all’improvviso, mentre serve un caffè: «Scusate, ma conoscevo tutti e quattro. Venivano sempre qui a fare colazione. E’ troppo grande il dolore. E’ troppo grande questa tragedia».

Sul bancone dell’Azienda di soggiorno di Nova Ponente, dove lavorava Deborah Mair, c’è una sua foto. Accanto, dei fiori freschi. Basta fare dieci metri a piedi e si arriva al negozio di fiori e souvenir di Andrea Brunner, la moglie di Peter, il pilota del Cessna. E poi c’è la scuola di musica dove lavorava Harald, il bar dove Stefan si esibiva. In ogni angolo di Nova Ponente c’è qualcosa o qualcuno legato alle quattro vittime. La più conosciuta era sicuramente Deborah: giovane, solare, impegnata nel volontariato e sempre disponibile con tutti.

Il dolore degli amici. A quattordici anni Deborah decide di dedicarsi agli altri ed entra a far parte del gruppo giovanile della Croce bianca della zona. «Lei c’era sempre - racconta uno dei suoi migliori amici, Lukas Zelger, che da quando ha saputo della tragedia, non ha lasciato un attimo la sede della sezione di Nova Ponente -. Di Deborah ti potevi fidare. Era una ragazza bellissima, solare. Si occupava dei nuovi arrivati e faceva in modo che ogni turno fosse coperto».

Lukas racconta con un filo di voce che: «Deborah aveva paura di salire su quell’aereo. Se poteva, evitava di volare. Venerdì ha accettato all’ultimo secondo di partire. Mi ha detto: “Lukas, io non mi sento tranquilla a fare quel giro”. Io le ho sorriso riso. Le ho risposto: “Non dire sciocchezze. Non c’è niente di più bello”. Vi rendete conto ?Non è giusto. Non è giusto che se ne sia andata in questo modo». L’incidente è avvenuto sabato pomeriggio. In serata la notizia ha raggiunto il paese con l’intensità e la violenza di un terremoto.

«I volontari, ma anche azltri amici che conoscevano Deborah sono venuti qui, in sezione - racconta il capo servizio della Croce bianca di Nova Ponente Ernst Zanotti -. I ragazzi non sono riusciti a parlare per ore. Erano sotto choc. Abbiamo fatto arrivare l’assistenza spirituale». Gli amici ricordano la vitalità di Debora: «Aveva prenotato già tutto per le sue vacanze sulle Isole Domenicane. Voleva solo partire per rilassarsi un po’».

L’ultimo turno. Deborah Mair prestava servizio solo a Nova Ponente. Era una volontaria anche della sezione della Croce bianca di Bolzano. «L’ultima turno l’ha trascorso con noi, nella notte tra venerdì e sabato - raccontano Fabian, Ali, Stefan e Brigitte -. Era bello essere in servizio con Deborah, perché sorrideva sempre e aveva tanta energia. Per noi era più di una collega. Siamo andati in vacanza insieme. Andavamo al mare, in montagna. Venerdì notte ci ha raccontato del giro in aereo che avrebbe fatto». Sabato sera Deborah era attesa a Pineta di Laives: «Avevamo organizzato una grigliata - dice Fabian -: quando ho letto: “Caduto piccolo aereo sulla Marmolada”, ho cercato subito altre notizie. Deborah aveva parlato di un giro in quella zona. Abbiamo iniziato a chiamarla sul cellulare - prosegue Stefan -. Ma era sempre spento. Abbiamo iniziato a innervosirci». Con il passare delle ore, i quattro amici bolzanini capiscono che Deborah è tra le quattro vittime dell’incidente aereo.

Brigitte è sconvolta. Se non fosse stato al completo, anche lei sarebbe salita sul Cessna. All’entrata della sede della Bianca di Bolzano tutti i volontari si fermano per salutare Deborah. Su un tavolino è stata messa la sua foto, circondata dall’orsacchiotto della Croce bianca e due candele.

«Lei era una ragazza eccezionale. Una ragazza per bene, che amava la vita», conclude Brigitte.

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