Darzo, 90 mila euro contesi da oratorio cava Marigole e Asuc

Erano stati accantonati dopo l’esproprio del caseificio L’intervento più accessibile è quello al «campo del parroco»



DARZO. Quando ci sono di mezzo i soldi, si sa, ci vuol poco perché le discussioni si facciano animate. E in tempo di spending review, con le risorse che iniziano a scarseggiare anche in Trentino, ci sta che si accenda un bel dibattito anche per cifre modeste.

Questo in buona sostanza quanto sta succedendo a Darzo: a seguito dell'esproprio e abbattimento del vecchio caseificio sociale darzese, il Comune di Storo accantonò il valore dell'immobile a favore della propria frazione per una cifra di poco superiore ai 90 mila euro. Tuttavia questi denari non vennero subito resi disponibili. Per evitare possibili contenziosi con eventuali eredi della defunta "Società Caseificio Turnario di Darzo" si decise di depositare la somma in una banca locale per un periodo di 10 anni, in modo da assicurarsi contro ogni evenienza, sebbene fosse chiaro fin da subito che di possibili eredi non ce ne potevano essere per effetto della particolare forma societaria del caseificio in questione cancellato dal registro delle ditte per accertata inattività fin dal 1981.

Ormai la data per la quale il denaro diverrà disponibile si avvicina, si parla del 2016, e quindi la discussione su come utilizzarla nell'interesse del paese si anima: da un lato l'associazione" La Miniera" vorrebbe che questi fondi venissero utilizzati per una iniziale sistemazione della cava di Marigole, nella speranza che questo possa facilitare un completo futuro ripristino dell'area da rendere agibile e fruibile a fini turistici, sebbene i costi complessivi del progetto si aggirino sul milione e 900 mila euro.

Per contraltare alcuni membri della locale pro loco propongono di destinare i fondi alla sistemazione del campetto dell'oratorio che ormai presenta vistosi segni di fatiscenza. Costoro fanno notare che intere generazioni di darzesi sono cresciute giocando a calcio sul "campo del parroco", sottolineano come la situazione di degrado sia ben nota ed esista da tempo un progetto dell'architetto Pierluca Malcotti riguardante l'area, aggiungendo di essere comunque disponibili a valutare anche di un intervento di minore entità di semplice rifacimento della pavimentazione, delle recinzioni e delle murature.

Infine esiste un terzo progetto, sviluppato di concerto fra Asuc di Darzo e varie associazioni che prevede di investire il denaro accantonato per interventi sulle zone montane sovrastanti l'abitato.

Insomma, di certo le idee non mancano e molti in paese ritengono opportuno la questione sia affrontata in un pubblico dibattito nel quale le varie proposte vengano sottoposte ai darzesi, i quali poi decideranno quale soluzione premiare secondo l'antica consuetudine democratica che li caratterizza. (st.m.)













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