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Cristo Re, finisce dopo 10 anni la storia di Dolce Creolo

Ana Popovici saluta Trento e i suoi clienti: “Mi hanno fatto sentire a casa. Ma il lockdown è stata una batosta”


Daniele Peretti


TRENTO.  Ana Popovici era arrivata vent'anni fa in Italia con un’unica ricchezza: suo figlio Alexander di tre mesi. Oggi chiude il suo “Dolce Creolo” - pasticceria gelateria di Via Maccani – e torna nella sua città: Piatra Neamt.

Lo fa con tanta tristezza, mentre ci parla i suoi occhi lucidi sembrano scrutare l'orizzonte alla ricerca di un punto di riferimento, ma poi il suo viso s'illumina con un coinvolgente sorriso, quando dice: "Mi sento come quando si divorzia e si torna a casa dai genitori. Io farò proprio così. Sul loro terreno costruirò la mia casa laboratorio, poi potrò avere finalmente delle uova realmente casalinghe e prenderò anche una mucca per avere latte genuino: in Romania queste cose si possono ancora fare”.

Ana Popovici quando è arrivata in Italia lavorava come dipendente di una pasticceria di Mori. Dieci anni dopo la scelta di mettersi in proprio: “Penso sia il sogno di tutti. Ancora una volta ho cominciato dal nulla lavorando duramente. Mi ricordo di una Pasqua dove ho lavorato per 62 ore consecutive: non ero ancora organizzata e gli ordini mi avevano travolto. Poi sono arrivata ad avere due dipendenti e a potermi dedicare quasi esclusivamente alla produzione”.

Perché ha deciso di chiudere? “Il lockdown mi ha fatto capire le mie fragilità e pagare due affitti col negozio chiuso era decisamente pesante. Ho provato ad acquistare i locali, ma le banche non mi hanno aiutato e così ho preso la decisione. Nella mia città nevica molto e non avrei potuto fare un trasloco in inverno. Dovevo decidere se chiudere subito o nell’estate 2022, ma le incertezze sono troppe ed ho preferito fare tutto subito”.

Così dopo dieci anni finisce la storia di Dolce Creolo con un cartello esposto sulla vetrina: "Grazie Trento. Grazie Italia. Grazie a clienti, collaboratori e vicinato. Ana Creolo”.

Ci troviamo di fronte al suo negozio, la gente passa e si ferma. Saluta Ana che risponde con la voce commossa: nel rione di Cristo Re e non solo, era un punto di riferimento.

"I dolci si comprano nei momenti belli della vita che in tanti italiani hanno condiviso con me. Non potrò dimenticare una foto che mi hanno mandato. Tre famiglie si erano riunite per festeggiare, una aveva portato la torta, l'altra i biscotti ed un'altra il gelato ed erano tutte di produzione mia. I clienti hanno apprezzato le mie cose genuine ed era una bella soddisfazione”.

In questo periodo sono tanti i romeni che decidono di tornare a casa: “In due anni abbiamo perso l'Italia di una volta. Troppe incertezze, troppi obblighi che si aggiungono alla crisi economica. In Romania quasi tutti hanno una casa ed un pezzo di terra e si può vivere e per lo Stato questi ritorni sono dei valori aggiunti”.

Il sorriso triste di Ana ci lascia per rientrare in negozio a preparare il trasloco: "Voglio ringraziare tutti i miei clienti perché mi hanno fatto sentire a casa mia. Li lascio col magone e mi piacerebbe ritrovarli per l'ultima volta a ottobre quando organizzerò una festa d'addio, Poi saranno tutti invitati a venirmi a trovare in Romania”.













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