Contro il “mal di montagna” l’arma segreta è un fungo

È il “Ganoderma Lucidum” e le popolazioni tibetano-nepalesi lo usano da secoli Il dottor Giorgio Martini ne ha confermato scientificamente l’efficacia in una tesi


di Marco Benedetti


TRENTO. Il "mal di montagna" è una patologia causata dal mancato adattamento dell'organismo alle alte quote. Può assumere forma più o meno acuta e, se non trattata tempestivamente, può essere addirittura letale se nasconde patologie gravi quali l’edema polmonare e cerebrale. Le cronache alpinistiche dall’Himalaya sempre più spesso riportano questa casistica estrema e tuttavia il male di montagna può insorgere anche salendo i 3 - 4mila delle Alpi, perché non è tanto l’altitudine ad essere determinante, quanto piuttosto la velocità con cui si sale in quota. Di mal di montagna acuto ha iniziato ad interessarsi già alcuni anni fa il dottor Giorgio Martini, farmacista a Cembra, biologo nutrizionista. Proprio l’esame di un aspetto della patologia è stato discusso nelle scorse settimane da Martini come tesi di laurea (la quarta per lui) in Scienza della Nutrizione all’Università di Urbino.

Quale aspetto del mal di montagna ha trattato in questa sua quarta tesi?

«Dal momento in cui si è accertato che l'Ams (acute mountain sickness) deriva da un progressivo aumento della pressione intracranica con l'innalzarsi dell'altitudine, ho cercato di dare una spiegazione scientifica all'uso di un fungo denominato Ganoderma Lucidum, utilizzato da secoli dalle popolazioni tibetano-nepalesi. Le evidenze scientifiche hanno dimostrato la ratio che si fonda su delle rilevanze fisiologiche determinate dagli effetti del fungo. Fino ad oggi non ci sono stati studi che hanno preso in considerazione l'effetto del Ganoderma Lucidum sulla prevenzione dell'Ams. Questo lavoro di tesi ha voluto essere una metanalisi che ha trovato le sue fondamenta su studi preesistenti, ma limitati a singoli effetti del Ganoderma Lucidum, per arrivare a dimostrare l'effettiva efficacia nella prevenzione dell'Ams».

In che modo questo fungo favorirebbe la prevenzione dell’insorgere dell’Ams?

«Gli studi presi in considerazione hanno dimostrato l'effetto Ace inibitore dei componenti attivi del fungo. Oltre a ciò è emerso un importante effetto diuretico se si considera la comparazione con la Furosemide. Interessante e non ultimo l'effetto da parte del germanio organico contenuto nel fungo sulla perfusione dell'ossigeno a livello cellulare. La mancanza di controindicazioni e particolari effetti collaterali, rende l'utilizzo del fungo un valido supplemento nutrizionale di prevenzione nel mal di montagna. Il terremoto di aprile in Nepal non ha purtroppo permesso di raccogliere direttamente sul campo i dati che avrebbero avvalorato sperimentalmente quanto già emerso dalla metanalisi effettuata».

Quel terremoto che si è preso due amici ai quali ha dedicato questo studio.

«Si, a Renzo Benedetti e Marco Pojer. Con Renzo in particolare avevamo già svolto due anni fa una serie di test e rilevazioni sulla prevenzione dell’Ams in occasione di un trekking. E quando gli ho parlato di questo lavoro, mi ha subito proposto di unirmi a loro, a quel trekking che stava organizzando».

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