Congelato l’ampliamento della discarica

Dopo il ribaltone del Tar, i primi vincitori si sono rivolti al Consiglio di Stato sostenendo che Medit andava esclusa


di Luca Marsilli


ROVERETO. I lavori di ampliamento della discarica (quel risagomamento dei fianchi che permetterà di prolungarne la vita di tre anni pur senza ampliare la superficie occupata) dovrebbero essere partiti: il termine fissato era maggio. Ma il cantiere non è stato nemmeno allestito: ai Lavini non si muove una paglia.

Effetto del doppio ricorso: prima al Tar che ha ribaltato l’esito della gara a vantaggio della Medit Costruzioni, di Matera; ora al Consiglio di Stato da parte dei primi vincitori, la cordata di imprese locali guidata da Zortea Srl. Ci vorranno tre o quattro mesi per arrivare alla nuova pronuncia, che potrebbe (i ricorrenti ed i loro legali ne sono praticamente certi) riportare le cose a prima della pronuncia del Tar. E quindi riconsegnare il lavoro - si parla di circa due milioni di euro di valore - a Zortea e soci.

In Comunità di Valle sono sereni. Partissero anche tra un anno i lavori di ampliamento, assicurano, non ci sarebbero problemi di esaurimento della discarica: con la diminuzione dei rifiuti conferiti, costante negli ultimi anni, la vita dell’impianto si è allungata rispetto alle previsioni originarie. Ed è in grado di assorbire al ritmo attuale rifiuti per quasi due anni, anche senza ampliamento. Inoltre pur essendo gestori dell’impianto, sono solo spettatori per quanto riguarda la gara di appalto dell’ampliamento, gestita direttamente dalla Provincia. Il pasticcio, se di pasticcio si potrà parlare, l’hanno fatto loro. E a questo punto sarà il Consiglio di Stato a stabilire torti e ragioni.

Alla gara avevano partecipato più ditte. Ma la commissione incaricata di valutare le offerte e decretare il vincitore, aveva escluso senza nemmeno esaminarla l’offerta della Medit: il plico con documentazione e, in una ulteriore busta chiusa, offerta economica era stato consegnato dal corriere strappato. Secono il presidente della commissione di gara, non era garantita la segretezza e integrità del contenuto, e quindi la ditta andava esclusa. Tra gli altri concorrenti, vinse la cordata Zortea.

Ma Medit Costruzioni impugnò l’eslcusione al Tar, e i giudici amministrativi, pare con una decisione che non ha precedenti in Trentino, avevano accolto il ricorso: anche se strappato, il plico non poteva materialmente essere manomesso, hanno detto. E quindi andava ammesso. Rifatta la gara con anche quella di Medit tra le offerte ammesse, proprio la ditta lucana è risultata vincitrice. E si è vista affidare i lavori. Decisione impugnata da Zortea, che sostiene al contrario che il plico era in condizioni tali da poter essere integrato o comunque modificato.

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