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Concorsone scuola, ora c’è il rischio caos

Negli istituti attendevano i nuovi docenti che non arriveranno a breve. I dirigenti: «Aspettiamo»


di Giulia Castelli


TRENTO. Sono usciti in questi giorni i risultati del concorsone della scuola. Nulla di confortante per il Trentino: su 80 posti messi a disposizione solo 53 hanno superato la selezione di italiano, storia e geografia. Per l’insegnamento di sostegno c’erano 60 posti, ma solo 14 sono risultati idonei. Per scienze e tecnologie meccaniche solo 3 ammessi per 8 posti.

Un risultato decisamente negativo che crea una situazione paradossale: molti posti resteranno scoperti.

I primi commenti sconcertati evidenziano l'inadeguatezza dei candidati trentini al concorsone. Il Segretario Generale di Uil Scuola Pietro Di Fiore non è d’accordo: non ritiene sia tutta colpa dell'impreparazione dei professori, ma di un concorso organizzato male. “Non è solo una questione di preparazione. Hanno influito sicuramente modalità anomale rispetto agli altri anni, per esempio la conoscenza obbligatoria di una lingua straniera B2, e l'utilizzo di software poco pratici per lo svolgimento della prova scritta, elementi che hanno penalizzato molti candidati, soprattutto in determinate fasce d’età. Pare assurdo che professori con anni di esperienza nella scuola siano considerati impreparati"spiega Di Fiore. Ora, però, ad anno scolastico appena avviato, le scuole trentine si trovano in una situazione di forte incertezza. Infatti, a fronte degli inaspettati risultati, gli insegnanti che erano stati assunti solo per il primo mese di lezioni, in attesa di essere sostituiti dai vincitori del concorsone, potrebbero dover rimanere in classe anche per i mesi avvenire, forse addirittura fino alla fine dell’anno scolastico.

La coordinatrice dei presidi trentini Alessandra Pasini a proposito conferma questa ipotesi: "Non sappiamo ancora quali saranno le prossime mosse. Auspico si proceda ad un nuovo concorso, non ricorrendo al solito metodo delle sanatorie, tipiche della scuola italiana. Certamente si deve ripensare al sistema di formazione degli insegnanti. Non bisogna illudere i professori. Molti, una volta ritenuti idonei all'insegnamento dall'abilitazione, hanno pensato di avere già una preparazione sufficiente. E’ anche vero che il concorso è stato organizzato in modo diverso rispetto agli altri anni. Ben venga la tecnologia ma forse devono essere migliorate alcune cose, più in generale le modalità di svolgimento della prova. Penso che molti siano stati penalizzati da questo".

Intanto, il sindacato avanza una proposta al presidente Rossi, da applicare anche a livello nazionale: “Le Università di Trento e di Bolzano hanno formato dei docenti, conferendoli una laurea e un’abilitazione.

Creiamo un albo ad hoc con gli insegnanti che possiedono questi requisiti e andiamo a pescare lì in caso di necessità, per valorizzare le certificazioni e chi ha costruito la propria professionalità in una Regione”.













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