L'EVENTO

Commozione e gratitudine per il poliziotto eroe della Bnl. Una targa con i testimoni

La rapina in via San Pietro il 27 settembre 1977. Francesco Massarelli cercò di salvare gli ostaggi, abbassò il mitra per trattare con i rapinatori ma fu colpito alla fronte. Ci furono tre vittime. LE FOTO: La cerimonia



TRENTO. Una targa per ricordare il sacrificio di Francesco Massarelli, il poliziotto eroe che morì per salvare gli ostaggi, ucciso a tradimento dai rapinatori della Banca Nazionale del Lavoro, il 27 settembre 1977 in via San Pietro. Stamane la cerimonia ufficiale con i testimoni di quel terribile fatto, l'agente Giuseppe Romano, che fu gravemente ferito, l'autista Antonino Calì che sparò ai rapinatori e Piergiorgio Aloisi, il cassiere preso in ostaggio che era nell'auto e rimase miracolosamente indenne.

Trento, targa al poliziotto eroe ucciso per salvare gli ostaggi. Ci sono tre testimoni della rapina

La rapina alla banca nazionale del lavoro avvenne il 27 settembre 1977. Francesco Massarelli cercò di salvare gli ostaggi, abbassò il mitra per trattare con i rapinatori ma fu colpito alla fronte. Presenti l'agente Giuseppe Romano, che fu gravemente ferito, l'autista Antonino Calì che sparò ai rapinatori e Piergiorgio Aloisi, il cassiere preso in ostaggio che era nell'auto e rimase miracolosamente indenne. Invitato il capo della polizia Franco Gabrielli.

 LEGGI: Il racconto di cosa avvenne quel giorno. Ci furono tre vittime

Fu uno degli episodi più sanguinosi accaduti a Trento degli ultimi 50 anni. Scene da far west, con i mitra, le pistole e tre morti in strada. Uno di loro è Francesco Massarelli, il poliziotto eroe che si sacrifica per salvare la vita a ostaggi, passanti e anche agli stessi banditi. Era arrivato prima al lavoro, verso le 14 e 50, come faceva spesso, Massarelli, 54 anni, maresciallo di pubblica sicurezza e caposervizio alle volanti della Questura che allora, il 27 settembre 1977, era in piazza Mostra.

Sta per prendere servizio quando arriva una telefonata dalla Banca Nazionale del Lavoro di via San Pietro. Un impiegato nascosto sotto un tavolo in un ufficio del secondo piano dice tutto trafelato che c'è una rapina in corso. Dice al collega: “Vado io” Il maresciallo che sta per smontare è già pronto per uscire, ma Massarelli lo ferma: "No, vado io". Con lui l'agente Giuseppe Romano e l'autista Antonino Calì.

Qunado la polizia arriva, i banditi si mettono a sparare già da dentro la banca e colpiscono Romano alle gambe. Poi escono facendosi scudo con tre o quattro ostaggi. Tra questi, il cassiere Piergiorgio Aloisi, Franco Bragagna, Claudio Boscheri e Mario Noce.

Massarelli, percependo il pericolo per gli ostaggi, si fa avanti e grida: "Non sparate, lasciate andare gli ostaggi e noi non spariamo". E nel farlo abbassa il suo mitra. Ma uno dei banditi, Daniele Lattanzio, per tutta risposta lo centra con una pallottola in mezzo agli occhi. Poi i banditi balzano sulla Volkswagen Golf color Argento e partono a tutta velocità perdendo nella confusione la borsa con il bottino.

L'autista Calì intanto si inginocchia ed esplode una raffica con la sua mitraglietta. Non si rende conto che sul sedile posteriore tra due banditi c'è un ostaggio, Piergiorgio Aloisi, già ferito a un braccio all'uscita della banca. Per puro miracolo non lo colpisce. Invece prende in pieno Giovanni Virdò e Renato Levrone, che muoiono sul colpo, oltre al cofano e a una gomma della Golf che ha continuato la sua pazza fuga contromano per via Suffragio e poi si ferma in piazza Sanzio.













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