«Chirurgia d’emergenza sacrificio inaccettabile»

Ospedale di Borgo, il presidente Dandrea annuncia un documento unitario per protestare contro i tagli dei medici previsti dall’Azienda sanitaria


di Marika Caumo


BORGO. Una presa di posizione unica e compatta per dire che se tagli si devono fare sulla chirurgia d'emergenza di notte, si parta da altri ospedali e non dal San Lorenzo. Borgo, la Valsugana, hanno già dato. La notizia data dal presidente della Comunità Sando Dandrea giovedì in assemblea, del fax arrivato dal direttore dell'Apss Luciano Flor, non è stata presa bene. Nel testo, come riportato ieri, si afferma che l'organico di chirurgia rimarrà l’attuale: 4 chirurghi ed 1 primario. Nessun aumento, come previsto in una delibera del 2012, da 4 a 6 chirurghi, con ovvi riflessi sul servizio, in particolare la chirurgia d'emergenza dalle 20 alle 8. Già ora infatti la carenza di personale sta creando difficoltà per coprire le reperibilità notturne e nel documento Flor sottolinea: «L'organico di 1 direttore e di 4 dirigenti medici è considerato sufficiente per assicurare il servizio di presenza minima con orario 8-20 dal lunedì al venerdì». Il modello di pianta organica "4+1" è quello che la Provincia persegue per l'organizzazione dell'attività chirurgica degli ospedali di valle in regime di “week surgery“.

Anche se al momento il servizio di reperibilità notturna continua, il timore che le sale operatorie prima o poi saranno chiuse dalle 20 alle 8 è concreto. «Ok, c'è la spending review e ci sono tagli da fare. Non siamo contrari al principio che la spesa sanitaria va rimodulata, ma siamo convinti che questi tagli vadano distribuiti in modo equo su tutto il territorio , non possono esserci cittadini di serie A e B», spiega il presidente Dandrea. «Ci dicano cosa intendono tagliare qua e cosa sugli altri ospedali periferici. Non è possibile pensare che noi dobbiamo essere i primi a rinunciare per esempio alla chirurgia d'emergenza notturna solo perché abbiamo già la pianta organica di 4+1, rispetto ad altri che magari hanno 5 o 6 chirurghi», aggiunge. Il pensiero è questo: se il principio è che tutti gli ospedali devono avere 4 chirurghi ed un primario, allora si mettano nel "calderone" tutti i chirurghi e quelli "in più" vadano a Trento. «Si cominci da altri ospedali. Lo stesso principio dell'”iniziamo da voi perché non ci sono i numeri“ è stato per maternità: a Borgo hanno tolto il punto nascita, nelle altre valli no» conclude. La prossima settimana ci sarà un incontro dei capigruppo, di maggioranza e minoranza, per arrivare ad un documento comune. Convocato anche il Consiglio della Salute. Ed i partiti locali, non solo Lega Nord ma pure quelli della maggioranza provinciale, si stanno muovendo.













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