Baratter: «Con la Lega non ci si accorda»

Il capogruppo molla il candidato sindaco di Mori: «Il Patt rifletta». Il Pd attacca: «Panizza disconosca la scelta di Moiola»


di Chiara Bert


TRENTO. «La Lega non può essere un nostro interlocutore. Con quel partito non abbiamo niente in comune e ogni giorno ci spara addosso in consiglio provinciale. Questo sbilanciamento a destra ci farà perdere voti del nostro elettorato». Lorenzo Baratter, capogruppo provinciale del Patt, era stato uno dei grandi sponsor della candidatura a sindaco di Cristiano Moiola a Mori contro Stefano Barozzi candidato di Pd, Upt e Insieme per Mori.

Il caso Mori esplode come una bomba dentro il Patt e il centrosinistra, che a pochi giorni dei ballottaggi di domenica si ritrova con Moiola che, dopo essersi alleato con la Civica Trentina di Borga e Civettini, al secondo turno si accorda con la Lega Nord. Non un apparentamento formale, ma un patto politico. A difendere Moiola resta solo l’onorevole Mauro Ottobre: «Se nel programma ci sono punti favorevoli da parte di chi è stato escluso dal ballottaggio, è auspicabile, oltre che legale, che l’escluso (il candidato della Lega, ndr) fornisca indicazioni di voto. Questa si chiama democrazia, i malumori di alcuni componenti della giunta (Olivi, ndr) non siano scaricati sul ballottaggio di Mori». Ma il presidente della Provincia Ugo Rossi domenica era invece stato chiaro: «Sono sorpreso e deluso. È un grave errore politico». E ieri ha ribadito: «Dentro una coalizione devono esserci regole e logiche accettate da tutti. Di fronte a uno stallo come quello di Mori la risposta dovevano essere le primarie, che anch’io avevo sollecitato». Il messaggio sottotraccia al Pd è chiaro: «Ricordo che due anni fa ci fu un gran strepitare di trombe per le primarie, poi non ho più sentito una grande pubblicità. Avrebbero evitato oggi certi problemi. Detto questo confermo che l’accordo con la Lega è un grave errore politico».

Baratter va oltre: «Moiola, che a Mori ha lavorato bene, doveva giocare sulla sua credibilità politica rispetto a un candidato del Pd molto spostato a sinistra. Ma questa mossa lo sbilancia a destra e non credo porti consensi, semmai ci farà perdere voti e rafforzerà la Lega». Il capogruppo del Patt spiega di essere «all’oscuro dei termini del patto di Mori» con la Lega, ma riconosce: «C’è stato uno strappo. Ognuno si prende la responsabilità delle proprie azioni. Io a Mori non andrò questa settimana anche perché avevo altri impegni. Ma una riflessione va fatta all’interno dei vertici provinciali del nostro partito. Situazioni come questa, che danneggia il leader della coalizione, non possono ripetersi. Dopo il ballottaggio serve un chiarimento». E la richiesta al Patt di una presa di distanza da Moiola arriva in contemporanea dal Pd: «Non basta un tweet di Rossi - avverte la segretaria Giulia Robol - il Patt deve disconoscere la scelta di Moiola, altrimenti si crea un precedente che non può essere senza conseguenze». «Essere parte del centrosinistra autonomista non è compatibile con l’atteggiamento di chi ritiene buona quest’alleanza per la Provincia ma facoltativa in qualche Comune, perché d’intralcio alle ambizioni di qualche candidato o circolo - attacca il Pd - le azioni e le dichiarazioni del candidato sindaco di Mori non possono avvalersi delle attenuanti legate alla giovane età o all’inesperienza politica. Essere un candidato sindaco di centrodestra non è affatto un disonore, fingere d’essere qualcos’altro è invece sicuramente incoerente e politicamente pericoloso. Un atto che anche a livello provinciale non potrà essere privo di conseguenze».

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