Arrivano le lumache «grandi e cattive»

L'allarme: «Invadono gli orti, ecco come sconfiggerle»



 VAL DI FASSA. Grosse lumache di colore rosso che invadono gli orti e fanno strage delle altre lumache. Uno scenario da film dell'orrore? No, piuttosto la realtà che hanno sperimentato vari cittadini delle valli dell'Avisio durante la bella stagione a causa di lumache di provenienza "aliena", insomma non tipiche della valle.  Tra chi si è incuriosito c'è anche Massimo Girardi, di Transdolomites, che si è preso la briga di raccogliere alcune di queste lumache e di portarle all'attenzione dei forestali. Proprio Girardi nei giorni scorsi ha diffuso quindi un comunicato per spiegare la situazione: «Anche le valli dell'Avisio sono divenute meta e residenza di alcune specie aliene. Un esempio è la diffusione sempre più massiccia di una o forse più specie di lumache che stanno rappresentando un serio rischio per il settore del giardinaggio e l'ortocoltura locale. Si tratta di lumache della lunghezza di circa 10-12 cm di lunghezza, ermafrodite, di colore rosso ruggine intenso le quali da alcuni anni sono oggetto di una esplosione demografica. Esse si sono diffuse in tutta Europa circa 30 anni fa, viaggiando sotto forma di uova nel terreno delle piante da vaso. Questa via è ancora oggi una delle principali vie di infestazione. Pur essendo state causa di gravi danni nel territorio veneto, la loro popolazione ha mantenuto un certo equilibrio numerico, ma da alcuni anni a questa parte il mutamento delle condizioni climatiche delle nostre zone ha favorito la loro esplosione demografica. Il nome scientifico delle lumache in oggetto è "Arion vulgaris". Una specie per la quale più autori si sono espressi anche con altre classificazioni come "Arion lusitanicus" detta volgarmente anche lumaca assassina o "Arion rufus" per il fatto che queste specie sono soggette a dare vita anche a forme ibride difficili da analizzare. Esse divorano le lumache locali ma la loro dieta è anche composta di fiori, verdure e si stanno diffondendo in quota anche nei boschi delle valli dell'Avisio».  «Durante l'estate del 2010 ho raccolto alcuni esemplari adulti di queste lumache e una volta segnalate e consegnate alla stazione forestale di Pozza di Fassa sono state inviate per essere analizzate al dottor Paolo Fontana entomologo e zoologo in servizio presso la Fondazione Mach per l'identificazione. Per questi molluschi non vengono condotte delle operazioni di disinfestazione nei territori infestati. La loro eradicazione avviene tramite raccolta a mano degli individui adulti e la loro soppressione, l'uso del sale da cucina o della cenere di legna che hanno effetto caustico».  Un altro sistema - spiega Girardi - è quello di lasciare il terreno per i fiori all'interno di sacchi neri sotto il sole: così le uova vengono distrutte dal calore. Guai infine a disperdere questo terriccio per piante da vaso (possibilmente inquinato dalle uova delle lumache assassine) nell'ambiente.













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