Allattamento e bisogni speciali Sette nuovi spazi all’Università 

Trento. L’Ateneo trentino dedica sette luoghi speciali, confortevoli e protetti, con un design caldo e accogliente, alla cura dei bisogni delle persone, innanzitutto alle mamme (docenti, lavoratrici,...


M. Di Tolla DEFLORIAN


Trento. L’Ateneo trentino dedica sette luoghi speciali, confortevoli e protetti, con un design caldo e accogliente, alla cura dei bisogni delle persone, innanzitutto alle mamme (docenti, lavoratrici, studenti, ospiti) che desiderano allattare e cambiare i lori bimbi in Università, come anche a persone malate con bisogno di relax o assunzione di cure. Ieri mattina il rettore Paolo Collini ha presentato l’iniziativa presso la Biblioteca centrale di Ateneo al quartiere Le Albere, in compagnia di Barbara Poggio, prorettrice alle politiche di equità e diversità. «L’impegno della prorettrice su questi temi, inclusione ed eguaglianza, è forte e ben noto, in linea con gli intendimenti del nostro Ateneo», ha dichiarato il rettore. «Questa azione è utile ed è un segno in tempi in cui mostrare attenzione alle persone è importante», ha aggiunto Collini.

«In fondo dovrebbe essere normale avere queste attenzioni – ha commentato la prorettrice Poggio – invece non lo è. Trento è la prima università italiana che apre così tanti spazi di questo tipo, ampliandone l’uso. All’estero la cosa è un po' più diffusa. Penso che dovrebbe sembrarci strano, in fondo, che siamo qui in così tante persone per celebrare qualcosa che speriamo diventi la normalità in futuro».

Sono intervenute le docenti Giovanna Massari (Dipartimento Ingegneria civile, responsabile della progettazione grafica) e Michela Favero (responsabile dei Servizi di Architettura della Direzione Patrimonio immobiliare), che hanno curato il progetto, ideato con le competenze e risorse interne. Le salette contengono un fasciatoio (dove è garantita l’acqua), una scrivania, un tavolo, una comoda poltrona, un armadietto, un lettino. Sono state studiate in modo semplice, spendendo in tutto 18.000 euro, ma sono calde. La forma ispirante – hanno spiegato le curatrici – è la conchiglia del nautilus, «la cui struttura geometrica è armonica per natura ed evoca l’idea di protezione, rifugio, cura». “Uni&Me”, che sta per Uni ed io, è lo slogan che si trova all’ingresso di ciascuna sede, dove si trova su un pannello informativo, che illustra il percorso da seguire e dove trovare le chiavi per l’utilizzo dello spazio.

I sette ambienti protetti sono allestiti a Trento al Polo di Mesiano, a Povo, a Palazzo Paolo Prodi, al Palazzo di Giurisprudenza, alla Biblioteca universitaria centrale e, a Rovereto, a Palazzo Fedrigotti e Palazzo Piomarta.













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